1. 170 - Papà Massimo e la sua Eloisa (2a parte)


    Data: 18/11/2019, Categorie: Etero Sesso di Gruppo Incesti Autore: ombrachecammina, Fonte: RaccontiMilu

    Eloisa, mi era ormai entrata nel sangue, sentivo di amarla, non come si ama una figlia, ma come si ama una donna, un bellissima, stupenda, splendida, sorprendente ed incantevole donna !!Dopo aver trascorso i rimanenti giorni di vacanza in Italia, a far l'amore con la mia bambina, tornai come da programma in America. Lo stesso giorno in cui rientrai in ufficio, chiesi un colloquio con il capo del personale e il responsabile delle filiali nei vari Paesi del mondo, sottoponendo loro la mia volontà di lavorare in Italia. Sorrise il manager delle filiali e mi disse....�Bologna, ok??? ��Mi spiegò che la filiale fra un paio di mesi sarebbe stata libera in quanto il vecchio direttore stava per andare in pensione.Tornai a casa e dissi a Rachel che purtroppo ero stato trasferito d'autorità a Bologna, prendere o lasciare......La vidi preoccupatissima, lei era un personaggio d'alto livello presso l'azienda dove lavorava e sicuramente non poteva abbandonare il posto di lavoro per seguirmi in Italia.Ci accordammo che un mese io sarei tornato da lei e il mese successivo lei sarebbe venuta da me.Mi disse di si e a malincuore accettò la nuova situazione. Ci lasciammo dopo una settimana e così feci ritorno a casa dalla mia Eloisa.Noleggiai un auto e andai ad attenderla fuori dall'università, la vidi uscire, era in mezzo ad un gruppetto di ragazzi assatanati, suonai il clacson della Mercedes e lei non si voltò nemmeno, suonai ancora e questa volta si girò nella direzione dalla quale proveniva ...
    ... il fastidioso suono. La vidi sul punto di mandarmi affanculo, poi mi mise a fuoco, di corsa venne verso di me lasciando tutti i maschietti soli e vedovi, salì in macchina e mi si buttò addosso...........�Oh papiiii, papiii mioooo, papiiii, che bello rivedertiii, che bello , ti voglio un sacco di bene, mi hai fatta piangere un sacco, un sacco veramente.......�Ero commosso e non riuscivo a parlare, la strinsi fortemente a me e la baciai sulla guancia, quindi misi in moto e ci allontanammo rapidamente. Mi parve di non arrivare mai in quel nostro nido d'amore, ovvero in quell'hotel dove spesso avevamo consumato le nostre focosissime ore di sesso sfrenato. Durante il viaggio le nostre mani ripresero a far conoscenza con i nostri corpi e una volta in albergo, il portiere non ci chiese nemmeno i documenti, ci registrò e ci diede la camera 421. La nostra alcova ci aspettava bella e luminosa come sempre, convulsamente ci spogliammo e subito fummo sul letto. Mi sdraiai fra le sue gambe aperte e con il cazzo duro che dolorosamente mi stava piegato contro il materasso, gliela leccai a lungo mentre la mia piccola creatura mi teneva il capo premuto contro la sua intimità e gemeva senza soluzione di continuità.La sua fighetta, da sola, bastava a farmi stare a leccare ore senza mai stancarmi.Non glielo misi dentro volli farla godere con la sola lingua. Presi così il cuscino dalla mia parte e lo infilai sotto le natiche di mia figlia. Con il culo rialzato non solo era più facile per me che ...
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