1. Ritorno in Trinacria


    Data: 23/11/2019, Categorie: Etero Incesti Sensazioni Autore: PrecumKing, Fonte: RaccontiMilu

    ... di sempre”, si lamentò Natalia. “Si alzavano tutte alle undici, andavano a fare le lucertole a mare per un’oretta e poi la sera alle undici tutte a letto! Non ho visto un museo, un locale, niente che valesse la pena. Tranne l’ultima sera, in cui ho deciso di piantarle e farmi un giro per conto mio”. “Ti capisco: andare in vacanza in comitiva comporta sempre rischi di questo tipo, a meno che non uno non si decida a fare l’asociale e programmarsi qualcosa da solo. O al massimo in due, se trovi qualcuno del gruppo con i tuoi stessi interessi.” Ci sedemmo in macchina, accesi il motore, ingranai la marcia e partimmo. I finestrini erano abbassati e il vento caldo riempiva l’abitacolo, scompigliando i capelli di mia sorella, che guardava fuori con aria vagamente imbronciata. “Ti stanno proprio bene i capelli di questo colore! Che cos’è, mogano?” chiesi, per farla smettere di rimuginare sulla settimana di vacanza fallimentare. “Sulla confezione c’era scritto fiamma d’autunno, ma sono le solite stronzate che si inventano per vendere la tintura”, rispose lei acida, continuando a guardare dal finestrino. “Grazie comunque” aggiunse, dopo qualche istante. Capii che la cosa migliore da fare era lasciare che la scocciatura le sbollisse da sola, per cui durante il viaggio verso casa mi limitai a borbottare qualche frase senza importanza, mantenendo un tono leggero e spensierato. “Scommetto che sei stanca”, le dissi una volta entrati nel mio appartamentino da scapolo, che avevo provveduto a ...
    ... pulire per l’occasione. “Perché non ti fai un sonnellino mentre io preparo qualcosa di buono da mangiare? Ti chiamo quando è pronto.” “Hai proprio ragione”, rispose mia sorella, soffocando uno sbadiglio. “Mi sa che approfitterò del tuo letto”. “Fai pure!” risposi. Senza farselo ripetere due volte, mia sorella andò difilato a coricarsi. Mi misi a trafficare in cucina, e quando mancavano pochi minuti per scolare la pasta andai in camera a svegliarla. “Naty...” chiamai, ma il suo nome mi rimase incastrato in gola non appena la vidi: indossava soltanto un paio di slip e una canotta, entrambi semitrasparenti; per di più la canotta si era spostata lasciandole un seno scoperto. Non riuscii a distogliere lo sguardo da quella rotondità perfetta, dal quel globo di alabastro coronato da un’areola di un rosa carico in cui spiccava appena il capezzolo. La posizione in cui si era addormentata, sdraiata su un fianco e leggermente raggomitolata, faceva sembrare ancora più florido il suo seno già abbondante: sembrava una quarta, una quinta quasi. A rendere tutto ancora più conturbante, era possibile intravedere sotto lo slip una certa quantità di peluria. Deglutii, totalmente scombussolato, mentre avvertivo i prepotenti principi di un’erezione da manuale, quando per fortuna mia sorella cominciò a dare segno di starsi svegliando. Mi voltai bruscamente dandole le spalle: “Dai vieni, è pronto” dissi, e uscii precipitosamente dalla mia stanza. “Questa pasta sembra colla”, osservò Natalia mentre ...