1. Debora (seconda parte)


    Data: 27/11/2019, Categorie: Etero Autore: incantato, Fonte: RaccontiMilu

    ... prossimo sabato...e poi mentre si sta rivestendo mi chiede di nuovo se voglio il suo numero. Ora, molti penseranno che io abbia accettato il numero inebetito dal corpo di Debora, dal prive: non &egrave vero. Ho accettato il suo numero perché ero entrato nel locale con la precisa intenzione di prendere il suo numero, lo avevo già deciso prima di andare, e il prive non ha in nessun modo rafforzato la mia decisione. Quando sono uscito ho avuto una brutta sorpresa, la mia bicicletta era sparita e sono tornato a casa a piedi, le tre di notte arrivato ho scritto a Debora �ciao, sono appena arrivato a casa perché sono tornato a piedi, mi hanno rubato la bicicletta, &egrave stato bello vederti stasera�, dopo un po� risponde �ciao, mi dispiace per la tua bicicleta (con una t, vi ho detto che non &egrave italiana), anch0io sono stata bene, un bacio�. Io mi chiedo, nei giorni successivi, cosa fare, voglio dire: la chiamo, le scrivo, le scrivo direttamente sabato, giorno del compleanno, per mandarle gli auguri? La mia idea di fondo (non si &egrave mai troppo sicuri in questi casi, ma era così che contavo di fare, ero solo incerto se non fosse meglio chiamarla prima) &egrave di chiamarla sabato, farle gli auguri e invitarla a bere qualcosa, nel frattempo scegliere un regalo carino. Il mercoledì arriva un suo sms, �ciao come stai? Quando sei libero che ci vediamo? Un bacio?�, io dopo averci pensato un po� rispondo che ci possiamo vedere lunedì e che sto cercando di comprare un�altra ...
    ... bicicletta, eli risponde �anche a me si &egrave rotto il telefono, tu puoi aiutarmi a comprarne uno?�, ecco qui inizia il melodramma. Mi sento tradito, preso in giro, umiliato, non provo nemmeno a pensare cosa risponderle, le scrivo �pensavo ti interessasse conoscermi come persona, già qualche anno fa ho avuti problemi con una tua collega per questi motivi, la mia mail &egrave..., chiamami o scrivimi solo se sei interessata a me�, rispondo così perché mi dico �eh no, fesso no, stavolta no�, però non posso non pensare a lei, il vuoto &egrave lancinante. Lei per me era già, come dire?, non un amore, ma una speranza possibile, era già una persona con cui avevo iniziato ad avere a che fare, mai vista fuori dal locale e vista solo due volte in tutto ma, in qualche modo, già dentro di me...Sono arrivati qui i primi pianti, in un giorno e mezzo le avrò scritto quattro o cinque messaggi, �non posso credere che tu sia così, mi sembravi una persona onesta�, �spero ancora che tu mi chiami�; �forse ho sbagliato qualcosa io, ti va di parlarne con calma?�, poi il giovedì non ne posso più, alle due di pomeriggio sono a casa (meno male che c�&egrave la flessibilità, non ero dell�umore per restare in ufficio più a lungo) e la chiamo. Lei chiede �con chi parlo�, le dico il mio nome e lei �ciao�, al voce un po� dura ma non cattiva, come guardinga...mi chiede se sono al lavoro, poi se mi sono arrabbiato, dico �sì perché non capivo bene perché, a parte che già non ho capito come mai mi hai voluto dare ...