sogni hard
Data: 07/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: nikypoxpox, Fonte: RaccontiMilu
Camilla si è coricata presto ieri sera. Le lezioni all'università e l'esame da preparare l'hanno svuotata da ogni energia. La madre, premurosa come una madre, le ha preparato una cena leggera che non ha neppure toccato. Il padre, assente come un padre, la appena salutata sollevando lo sguardo dal quotidiano sportivo. Nessuno si è accorto che lei, nelle ultime settimane, è sommersa dai dubbi. Le sue convinzioni, i suoi ideali, i suoi valori, tutto in discussione. La sorella è sempre stata la sua migliore amica, ma da quando si è sposata si vedono poco. Enzo, il suo ragazzo, non l'aiuta ormai molto. Stanco delle sue storie. Stanco di passare serate a domandarsi il senso delle cose. Lui non è milanese, viene da Matera. Terra fatta di fatica e di paura. Lui lavora sodo, non ha voglia di farsi domande. Vuole evadere dal mondo, danzare sul corpo di Camilla e abbandonarsi. Amore? Si, certo. Ovvio come la vita e stanco come il passato. Non si sono lasciati. Hanno deciso di riflettere. Un classico, come una sosta vietata quando sei di fretta. Sai che ti becchi la multa ma speri in cuor tuo che non passi il vigile. A volte funziona, a volte ti porti a casa la giornata. S'infila sotto le coperte, nuda. Non perché le piace, ma perché fa un caldo ignobile. Riscaldamenti accesi con il furore di chi ha conquistato il potere di decidere quando accenderli e quando spegnerli. La radio accesa, come la luce sul comodino. Un libro del quale ha letto dieci ...
... volte il primo capitolo. Di quei libri che non finisci mai, ma che non butti mai. Di quei libri di cui tutti parlano bene, tanto che ti senti stupida a non averli letti. Ma di quei libri di cui non ti frega nulla. Legge, almeno pensa di farlo, aspettando che il sonno le porti il piacere di non pensare. Peccato per la radio. Di tanto in tanto una canzone. Esplosione di ricordi. Tutti belli stasera, solo perché ne ha bisogno. La spegne, per spegnere anche i ricordi. Spegne la luce. Ascolta tenebre e guarda il silenzio. Non il contrario, fa proprio così. Fugge del resto. Piano le tenebre le occupano la mente e si assopisce. Gli occhi chiusi ed il corpo abbandonato. Io entro piano. Senza rumore. Le sfioro appena le mani. Calde e morbide. Mi fermo ad osservarla. Osservo le lenzuola che disegnano il suo corpo. Indovino la sua pelle attraverso la flanella pesante, quella che la madre tira fuori in inverno. La scopro pian piano, facendo scivolare il lenzuolo sulla sua pelle. Prima le spalle. Le tocco, le sfioro, le bacio. Sono ancora profumate, l'essenza del suo profumo preferito. Poi i seni. Stupendi. Giovani. Sodi. Non sono pesanti, di quelli che cadono verso i fianchi e neppure leggeri, di quelli che devi percepire più che vedere. Sono due colline rosa, erette su un busto inviolato. I capezzoli inturgiditi dallo sfioro sapiente del lenzuolo. Le mie mani se ne impadroniscono. Come volessi farne un calco. Sento quella carne pulsare, li stringo con forza e poi con dolcezza. Li avvicino, ...