1. Kahdim (parte quarta)


    Data: 15/12/2019, Categorie: Trans Autore: fed60

    Per circa un anno e mezzo quindi fui la femmina di quei cinque senegalesi (che ogni tanto, peraltro, avevano...ospiti), poi una sera ebbi l'amara sorpresa di non vedere alla mia lezione né Khadim né gli altri. Finita la lezione corsi a casa loro con il cuore in gola ed ebbi la notizia terrificante che erano stati portati via dalla polizia perché tutti clandestini.
    
    Tornata a casa mi gettai sul letto e piansi come una adolscente. Ormai mi sentivo femmina e l'idea di prostituirmi per strada o andarmi a cercare maschi in qualche locale mi spaventava e mi sembrava estremamente deprimente. Amavo Khadim e mi era stato strappato. Non sapevo proprio cosa fare. Mi travestii con estrema cura e guardandomi allo specchio mi toccai all'infinito immaginando le mani dei miei senegalesi su di me. Poi presi un fallo finto, il più grosso che avevo, e cominciai a masturbarmi con violenza, cercando di farmi male, di punirmi chissà poi per cosa.
    
    Il giorno dopo entrai in internet e vagai per chat cercando qualcuno a cui raccontare le mie sventure. Assunsi il nick di Marèm ed un profilo da trav ed ebbi ovviamente subito un sacco di contatti. Furono mesi di furioso chattare cercando chissà cosa, prendevo appuntamenti con maschi ma poi non avevo il coraggio di andarci. Alla fine uno mi convinse, mi sembrò di potermi fidare e così una sera, con una borsa piena dell'occorrente per travestirmi, andai a casa sua. Entrai in casa ed andai direttamente in bagno (eravamo d'accordo così).
    
    Mi travestii ...
    ... e truccai con la solita estrema cura, i miei capelli erano lunghi naturalmente, niente parrucca, e quando fui pronta lo raggiunsi in salotto estremamente imbarazzata.
    
    Era un bell'uomo sui 40 anni, alto muscoloso, un po' brizzolato. Era la prima volta che lo vedevo in viso e ne fui colpita piacevolmente. Stava in piedi vicino ad una poltrona, aspettò che gli fossi davanti e subito mi prese con decisione i fianchi ed avvicinò la sua bocca alla mia. La sua lingua affondava fra le mie labbra ed io ricambiai con passione. Poi bruscamente mi fece inginocchiare con forza, aprì il suo accappatoio ed affondò il suo cazzo, già enorme e rigido, nella mia bocca fino a sentirmelo spingere in gola. Nessuno dei miei senegalesi, per quanto rudi, mi aveva mai trattato in quel modo. Dalle sua bocca uscivano gli insulti più scurrili. Mi scopò in bocca trattandomi come se fossi una troia rimorchiata sul marciapiede, poi, quando stavo quasi per soffocare, mi ordinò di alzarmi e mi sbattè con forza sul divano a pancia sotto.
    
    Ovviamente sapevo benissimo quello che ero tenuta a fare e quello che mi avrebbe fatto lui ma non immaginavo la violenza con cui l'avrebbe fatto. Sentii la sua mano afferrami un braccio e piegarmelo dietro per immobilizzarmi, poi mi diede quattro o cinque manate sulle chiappe, una più forte dell'altra, cominciai ad urlare e ad implorarlo di fare più piano ma le mie parole lo eccitavano sempre di più. Se cercavo di divincolarmi mi storceva di più il braccio, provocandomi ...
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