Trilogy non deve morire
Data: 08/11/2017,
Categorie:
Scambio di Coppia
Autore: Alceste, Fonte: Annunci69
Mi trovavo a Foggia. Ero sceso in treno dopo aver ricevuto il bonifico bancario. I soldi bastavano soltanto per pagarmi l’Eurostar, quindi decisi di fare tutti gli scambi dei regionali per guadagnarci su qualche decina d’euro. Dopo un intero giorno di viaggio e scali, di attese e di bestemmie sotto il sole cocente dell’Adriatico di fine luglio, mi sentivo di merda, ma ero fiero di aver risparmiato 45 euro.
Gli accordi erano chiari: io scendevo e mi scopavo la sua moglie. Sua di Trilogy, si intende.
Egli era un notaio di mezza età, pelato e panciuto: mi aveva contattato su Annunci69 perché non riusciva più a soddisfare sua moglie, ma non voleva perderla. Quindi, notando la mia ironia (che solo un ragazzo giovane e brutto di faccia può avere) e soprattutto il mio cazzo imperioso e fremente, pensò che era buona cosa che sua moglie giocasse con me, ma continuasse a tenere in cuore lui. Prima di accettare, volle sentirmi telefonicamente: la sua voce era camuffata al telefono e, tra un’invettiva e l’altra, mi riformulò la proposta. Dapprincipio restai abbastanza timoroso; sentivo un astio genuino verso me, come se avesse preferito ammazzarmi piuttosto di farmi scopare sua moglie (sono così i cuckold?). Inoltre avevo il sospetto che quel foggiano iracondo m’avrebbe richiesto poi qualcosa in cambio, tipo il mio culo. Ma invece niente, persino il bonifico era giunto sul conto corrente; io mi sarei messo in viaggio anche senza spese, l’occasione di scoparsi la moglie di un ...
... altro fa il ragazzo squattrinato lesto, ladro e gaudente. Il notaio, peraltro, decantava telefonicamente le doti dell’impudente troia. Mi mandò anche le foto, una splendida quarantenne abbronzata e dai capelli neri corvini.
Quella bella figa diceva di scoparselo solo per soldi, il luridone; e lui se la scopava per la figa, sia chiaro. Non aveva capito che tutte le femmine si devono scopare per la figa, ma loro non devono scoparti per i soldi. Dovevo spiegarglielo io, giovinastro com’ero.
Va bè, anche se non aveva capito niente delle donne non importava, anzi meglio. Io ero super sereno, già mi pregustavo la ninfomane troiazza coi capelli neri e gli occhi neri, truccata come una baldracca, che mi incitava nella lingua cavernicola foggiana à la Arbore. Una di quelle terrone da fare ballare sull’uccello, insomma. Le terrone sono le terrone, ‘cozio.
Mi ci vollero due ore per trovare quella via in quella merda di città del sud. Altro che notte della taranta, avevo i piedi in fiamme perché avevo messo delle scarpe Geox per non farmeli puzzare di profano gorgonzola. Magari la terrona era anche esigente.
Avevo il timore che il Trilogy si sarebbe piazzato vicino al suo letto profanato per farsi le seghine al suo pistolino indegno: in realtà mi sarebbe andato bene comunque, l’importante era trombare, amici miei, ero proprio in astinenza. L’unica condizione imprescindibile era che lui non intervenisse, su questo ero stato chiarissimo.
Arrivai al motel indicato nelle ...