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Di una notte di tempesta
Data: 06/01/2020, Categorie: Sensazioni Etero Autore: DonnaCamaleonte
... venuto!!! Lasciai così che una mano scivolasse fra le mie cosce per alleviare un pò quel senso di desiderio che non mi dava tregua. Infilai due dita nella mia fighetta grondante e iniziai a massaggiare le labbra e il clitoride. Non volevo indulgere nella masturbazione: volevo godere e lo volevo subito. Non mi interessava portare il mio desiderio all'eccesso, non mi interessava spingermi oltre il limite. Volevo godere, come fossi un animale.Allargai le gambe sul letto in maniera oscena e presi a toccarmi quasi con violenza. Le mie dita entravano e uscivano da me simulando la penetrazione di un uomo: sentivo gli umori grondare come caldo miele dalle mie labbra; ansimavo, gemevo, senza paura che i vicini sentissero.Se avessero sentito il mio godimento, sarebbe stato anche meglio, per me. Volevo essere quasi scoperta, volevo che sentissero quanto la mia eccitazione mi stava sconvolgendo. Con una mano allargai per bene le labbra, mentre con l'altra strinsi e pizzicai il clitoride quasi a farmi male. Poi presi, con movimenti rotatori e ben precisi, a solleticare la parte più interna di me, fino ...
... a che un orgasmo potente e desiderato non mi scosse da capo a piedi.Urlai, gemetti e mi lasciai invadere da quella scossa elettrica così forte che, per qualche minuto, mi lasciò senza fiato. Dentro di me pensavo che ora sarei stata pronta a cenare, che mi sarebbe tornata la fame e che i miei istinti sessuali fossero stati saziati dalle mie mani.Ebbene, mi sbagliavo.Quell'orgasmo procurato non era stato che un antipasto: ora la voragine era aperta, ora il desiderio sembrava insaziabile, ora la mia mente non faceva che pensare, continuativamente, a quel garzone dagli occhi color del mare, e fu così che mi venne un'idea. Folle, assurda, impensabile. Ma il solo pensiero che lo fosse, mi fece bagnare di nuovo.Presi il cellulare e chiamai il ristorante dove avevo ordinato la cena, dicendo che il garzone che era venuto aveva dimenticato il portafogli a casa mia.Avevo scelto la prima scusa che mi era venuta in mente, sperando che lui intuisse i miei desideri. In effetti, non avevo la certezza che sarebbe stato lui a tornare ma... Avevo troppa voglia di essere scopata da quegli occhi.Così attesi.