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Mi hai lasciato il marchio
Data: 08/01/2020, Categorie: Etero Sensazioni Autore: Idraulico1999
Il treno era appena partito in perfetto orario e avanzava adagio, mentre i viaggiatori stavano ancora disponendo e in ultimo sistemando i loro oggetti negli scomparti. Ines si sentiva esultante, felice e spensierata per quel viaggio, anche se coscienziosamente quelle ragioni di lavoro la conducevano lontano da casa per tre giorni. Quella breve assenza le sarebbe stata proficua e persino utile, giacché distante dalla quotidiana abitudine, dai tempi ristretti, dal sonno che arrivava troppo presto la sera e da quelle albe rapide che di continuo l�affliggevano, per il fatto che non le davano minimamente neanche il tempo né l�opportunità indispensabile per godersi e per gustarsi adeguatamente il risveglio.Il sedile era assai accogliente e confortevole, i suoi compagni di viaggio opportunamente allegri e ciarlieri: si preparò quindi ad accoccolarsi meglio al suo posto e ad ascoltare la sua musica preferita in pace. Questa procedura era diventata doverosa e necessaria durante i suoi viaggi di lavoro, perché l�unione tra la musica e il movimento del treno liberava e scioglieva la sua fantasia, mentre il mondo scorreva lungo i binari e la sua mente sfrecciava e volava via altrove. Lei avrebbe avuto tutto il tempo per rasserenarsi e per rilassarsi, dal momento che Torino era sufficientemente lontano da Trieste per permetterle di dormire un po�. S�accorse appena della prima fermata, siccome era tentata di sprofondare nella sua pigrizia quando notò che i suoi compagni di viaggio erano ...
... scesi e nel suo scompartimento c�erano soltanto due persone qualche fila più in là. A Brescia salì nel frattempo un uomo che occupò posto proprio di fronte a lei, Ines lo salutò appena alquanto contrariata e visibilmente infastidita da quell�improvvisa invasione del suo spazio, però ridendo fra sé s�alzò per andare al vagone della ristorazione per comprare un po� d�acqua.Al suo ritorno, quell�individuo era concentrato nel sfogliare il suo giornale e a sfoderare il suo portatile, finché Ines notò la borsa poggiata in bella vista sul sedile accanto. Si rimise ad ascoltare la sua buona musica, brani dolcemente cadenzati che ben s�adattavano con il ritmico dondolare del treno, dato che per Ines era come se vivesse un�altra vita. Chiuse gli occhi restando distesa e rilassata, in quanto avrebbe voluto che quell�oscillare del treno non finisse mai, che non ci fosse nessuna destinazione da raggiungere, nessun impegno, nessun dovere e nessun obbligo da rispettare, tenuto conto che era totalmente abbandonata e sdraiata sul sedile del treno. All�improvviso sentì arrivare da lontano mentre era immersa nei suoi pensieri una pressione insistente fra le sue gambe, poiché qualcosa le stava premendo il sesso, aprì leggermente le palpebre e vide l�uomo di fronte con una lieve simulazione, impegnato e intento sul suo portatile, il ginocchio piantato fra le sue gambe che abbandonate riposavano aperte, come in un silenzioso e in uno stringato invito a farsi prendere. Chiuse le gambe e questo gesto ...