1. Il direttore


    Data: 13/01/2020, Categorie: Lesbo Autore: HarrymetSally

    ... analisi...”
    
    “Non qui – mi interruppe con un tono perentorio – vai alla scrivania, per favore.”
    
    La fissai per un istante, senza capire.
    
    “Vai alla scrivania” ripeté, scandendo le parole.
    
    Mi alzai dal divano, frastornata, e cominciai a camminare.
    
    “Muoviti lenta. Voglio guardarti.”
    
    Un interruttore, sepolto in fondo alle mie viscere, si accese. Rallentai il passo, accentuando il movimento delle anche e del culo. Non vistosamente, appena un po’. Raggiunsi la scrivania.
    
    “Ora siediti.”
    
    Obbedii, ruotando la sedia verso di lei per fronteggiarla.
    
    Cominciai a leggere, mantenendo un tono di voce piatto.
    
    Accavallai le gambe, con lentezza come aveva chiesto, offrendole per un istante la vista delle mie cosce nude e della sottile striscia di tessuto tra di esse.
    
    Sentii il suo sguardo azzurro scorrere su di me.
    
    “Non va bene” disse.
    
    “Cosa, il rapporto?” Mi sentivo rallentata e confusa, come ubriaca.
    
    Non rispose. Si alzò, venendo verso di me con passo lento. Non mi staccava gli occhi di dosso, e io avvertivo un calore denso farsi strada in me, come se qualcuno mi avesse versato del liquore in gola.
    
    Mi tese una mano. La presi, assaporando con i polpastrelli la delicatezza delle sue dita. Mi aiutò ad alzarmi, e con una lieve pressione sui miei fianchi mi fece voltare verso la scrivania. Prese il rapporto dalle mie mani e lo appoggiò sulla superficie di mogano.
    
    “Ora leggi” disse.
    
    Eseguii il suo comando, riprendendo a leggere il rapporto con voce ...
    ... sempre più spezzata. Le gambe mi tremavano, preda di una tensione che quasi mi spaventava.
    
    “Il grado di soddisfazione espresso dai partecipanti al questionario…”
    
    Mi fermai. Avvertii la sua carezza sui capelli, sulle spalle e sulla schiena. Come guidata da una volontà esterna e superiore alla mia, cominciai a dimenarmi nel tentativo di offrire alla sua mano quanta più pelle possibile.
    
    “Per tutto quel tempo – disse – ti osservavo. Ammiravo la tua sicurezza, la tua eleganza, la tua classe sconfinata. Per tutto quel tempo non desideravo altro che essere te.”
    
    “Aaaahh” gemetti, mentre le sue mani scivolavano lungo i fianchi.
    
    “Non smettere di leggere” ordinò, e, per quanto difficile, mi sforzai di obbedire.
    
    “Il punteggio sul primo indice…” Snocciolavo cifre e indicatori, ma la mia mente era altrove, trascinata nel gorgo di quel legame inesplorato eppure, me ne accorgevo solo ora, presente da sempre. La sua carezza possedeva l’affettuosa delicatezza di una sorella minore, ma c’era qualcosa di imperioso nel modo in cui la sua voce mi dominava. Avvertivo il suo potere su di me, esercitato con una grazia e un amore che mi turbavano e al tempo stesso mi impedivano anche la minima ribellione.
    
    “Col tempo, compresi che essere te è impossibile.” Avvertii le sue dita giocare per qualche istante con le spalline del vestito, poi mi ritrovai nuda. Il filo di perle che mi correva tra le natiche era l’unica barriera tra me e lei.
    
    Mi sentii accarezzare le cosce, i fianchi e ...
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