Natura, ancora
Data: 14/01/2020,
Categorie:
Masturbazione
Autore: valchiria96, Fonte: EroticiRacconti
Terra e olivi, luce ed ombra, un rosso tramonto e la solitudine che mi circonda. Sul fianco sud della collina, la vista del paesaggio quasi mi culla e sola, nella vallata, mi lascio cadere sull’erba fresca. Non lontano, poco più giù, l’autostrada spezza quella natura e le auto che corrono minuscole sull’asfalto quasi mi privano della libertà che i campi coltivati mi donano. All’ombra delle colture, un leggero venticello mi solletica il viso mentre il silenzio regna sovrano e solo il suono del mio respiro osa contrastarlo. Non sono estranea a questo luogo, sono solita trascorrere diverso tempo nei campi, spesso in abiti da lavoro e altre volte priva di ogni velo. Oggi, ho lasciato i miei vestiti poco più in alto proprio accanto all’ultimo filare del vigneto. Casa, seppur non molto lontana, è nascosta al di là dei campi d’orzo e di grano. Io invece mi trovo qui, invisibile ad ogni sguardo, nuda ed in perfetta simbiosi con l’ambiente che mi circonda; mi libero di ogni catena e mi immergo nei pensieri più profondi. Spesso mi trovo a camminare tra gli alberi e altrettanto spesso ad arrampicarmi sui rami. Il mio corpo è libero di unirsi al legno e alla terra, ai prati e all’acqua; ed io, con esso, sono finalmente libera di sentirmi parte del mondo. I miei modi, i miei istinti e la mia natura mi colmano di piacere infinito e così primitiva, godo di tali sensazioni. Quasi primordiali, i miei desideri e la mia fame di libertà mi portano a donare il mio essere all’infinito più ...
... profondo. Come la mia carne e la mia mente, anche il mio sesso mi accompagna in questi lunghi momenti; ed è vero che in questo contesto sono io che dono piacere a me stessa ma le carezze del vento accompagnano le mie mani ed ogni tocco, ogni sospiro e ogni gemito è amplificato dal vuoto in cui mi trovo immersa. Un letto o una doccia sono solo restrizioni, e mascherate dalla lussuria appaiono come accoglienti ed intimi mentre noi ci lasciamo cogliere dai più caldi desideri. Inutile è lo spreco che compio godendo di me dietro simili barriere. E fredde, in verità, mi privano della mia totale espressione; ed io debole davanti al richiamo della carne, da sola, mi lego le mani. Per questo dunque corro via dal cemento e dai mattoni; un fondamentale riparo che però ostacola il mio essere. Priva di ogni inibizione, assecondo il mio corpo; è lui a guidare le mie dita mentre la mente si libera di ogni lucchetto. La natura mi avvolge e mi invade mentre un coccinella esplora il mio seno, si muove curiosa sulla pelle; sale e scende dalle quelle colline di carne e poi di nuovo su, verso le cime rosee rese turgide dal quella fresca brezza serale. I miei occhi socchiusi sono fissi sulle foglie in movimento mentre il piacere lentamente mi assale; e le mie mani ancora attendono sotto il capo intanto che l’emozione mi trasporta sempre più avanti. Assimilo ogni istante ed ogni brivido. Quel piccolo insetto rosso e nero si muove come fosse un esploratore, saggia ogni centimetro del mio corpo ma non sembra ...