1. Natura, ancora


    Data: 14/01/2020, Categorie: Masturbazione Autore: valchiria96, Fonte: EroticiRacconti

    ... essere certo del percorso da intraprendere e vaga, quasi sperduto, alla ricerca di qualcosa. Mi chiedo cosa possa incuriosire un così minuscolo essere ma è facile rendersi conto che si è tutti parte dello stesso mondo; e come io ammiro l’ignoto anche tutte le altre forme di vita si cibano di conoscenza. Intanto quelle zampette si spostano sul mio ventre e quasi danzano attorno all’ombelico; poi ancora più giù verso il monte di venere, una lieve salita verso la più splendida discesa. Lascio, con piacere, che il mio corpo venga esplorato, conosciuto ed amato e mi abbandono ad un fuoco, sempre più vivo, che ha ormai incendiato la mia libido. Le mie mani si liberano da sotto i capelli e iniziano a correre sul petto ed una stretta leggera avvolge il seno fresco ed i capezzoli irti come spilli. Le ginocchia piegate e le caviglie una sull’altra, lasciano spazio al vento di accarezzare il mio sesso e le sue labbra. Scendo con le dita sulla pancia e un brivido risale la schiena mentre accarezzo il mio corpo sempre più caldo. Per l’orizzonte, la coccinella mi abbandona lasciandomi sola nei miei intenti e raggiungendo le cosce, sfiorandole dolcemente, mi spingo al loro interno. Morbidi sono i tessuti come lisci e vogliosi; inarrestabile giungo alla meta dove le dita solcano quei soffici petali aprendosi come un fiore che sboccia al mattino, dove il nettare, al suo interno, è ormai libero di essere colto. Come dolce miele è raccolto dalle mie mani che lo trascinano sulla mia pelle fin ...
    ... sul ventre e poi ancor più su, sul mio seno fino alla bocca. Golosa, mi delizio del frutto della passione e ingorda ne cerco una seconda portata, poi una terza, una quarta e così via. Fintanto che quella dolce fonte è in piena, solo il mio clitoride è preda del mio istinto, i miei tocchi e le carezze sono solo per quel piccolo interruttore del piacere. Ma poi, come nelle più caldi estati dove le sorgenti si ritirano, l’uomo deve trovare sostentamento nei più profondi pozzi; e così io a mio modo, affondo le mie dita nell’infinito vortice di sensazioni e penetrando il mio corpo le ginocchia cedono sotto il peso del piacere. Colma di voglia e umida di me stessa vuoto la mente mentre il respiro perde quel lento ritmo lasciando spazio a gemiti scoordinati. Entrambe le mani occupate sul mio sesso e mentre una esplora il suo interno, l’altra, ne accarezza la superficie. Il piacere aumenta, tocco dopo tocco, affondo dopo affondo, goccia dopo goccia. E anche l’erba, sfiorando la mia intimità, si intinge anch’essa dei miei succhi e come uno scambio con quel manto verde, che mi dona un soffice appoggio, io lo ripago con il piacere che mi procura. Il limite è ormai raggiunto e l’orgasmo, come una furia, galoppa fuori ed io godo; vengo contorcendomi sul terreno, gemendo ed urlando fuori tutta la mia soddisfazione mentre il mio sesso si contrae pulsando attorno alle mie dita. Lentamente, quell’esplosione di piacere, mi abbandona lasciandomi ancora distesa e quasi priva di ogni voglia di ...