1. Nel retrobottega del fruttivendolo.


    Data: 22/01/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Masturbazione Tabù Autore: Evoman2, Fonte: xHamster

    ... una volta finito di immobilizzarla con lo scotch, la cominciò a carezzare sopra i vestiti. “Mi lasci stare, maiale, cosa vuole fare”. “Cosa voglio farti lo scoprirai presto, e ora leviamo tutta questa stoffa inutile”. Con delle forbici iniziò a tagliarle i vestiti e in brevissimo tempo lei rimase in reggipetto e mutande. “Stia fermo, ma è matto? Come si permette” Quasi non riuscì a finire la frase che un forte schiaffo le tolse il fiato. “Zitta puttana, ora sei qui e ti faccio pagare tutta la tua arroganza e il tuo modo di trattare la gente come fossero tuoi sottoposti. Ora io sono il padrone e tu sei la mia serva e stai tranquilla che ti farò fare quello che dico io”. Ancora scossa dallo schiaffo e dalle parole appena sentite, lei non ebbe la forza e il coraggio di replicare nulla. Lui riprese a carezzarla, in modo pesante, spingendo con forza le sue mani contro la pelle, impastandole i seni e stringendo forte il suo pube. “Porco, maiale, lasciami stare”. Un altro schiaffo le tolse di nuovo il fiato. “Tu mi dai del lei, brutta troia, altrimenti ti faccio la faccia gonfia di schiaffi, hai capito?”. Terrorizzata e scossa lei farfugliò un “Si, la prego, ma non mi faccia male”. “Certo che ti farò male, cara la mia troia, ma vedrai che ti piacerà”. E riprese a toccarla tra le gambe e sulle tette. Poi scostò il reggiseno e tirò fuori i suoi capezzoli. Li pizzicò, li cominciò a tirare e storcere, fino a farla urlare di nuovo. “Mi sta facendo male, la smetta... per favore”. Quel ...
    ... “per favore” le uscì quasi senza volerlo. Lei una signora di alta classe che pregava un volgare fruttivendolo quasi con sudditanza. Si stupì di questo suo atteggiamento remissivo, ma la paura e il contesto ai limiti della follia non le consentivano di poter ragionare con lucidità per mettere a punto una strategia di uscita da quella situazione. Intanto il lavorio ai capezzoli non cessava e la signora iniziò a mugolare e a gemere per il dolore, ma senza più dire nulla o protestare. Improvvisamente le arrivò uno schiaffo direttamente sul pube, con le dita della mano che andarono a colpire proprio sulla fica e sul clitoride. Spalancò la bocca per gridare, ma lo stupore di quel gesto inaspettato non le fece uscire alcun fiato. Lui con la mano le prese le mutande e le strinse tra le dita, poi gliele tirò verso l’alto, facendole infilare nel solco della fica con violenza. La signora cercò di tirarsi sulla punta dei piedi per lenire il dolore, ma la fitta partì uguale dal basso ventre direttamente al cervello. Non era neanche finita questa azione improvvisa, che un altro schiaffo sulla fica la colpì in pieno sulle sue parti più sensibili. Questa volta dalla bocca della signora uscirono una serie di grugniti e di mugolii. La situazione stava precipitando e lei immaginava che entro breve sarebbe stata violentata. Quello che la lasciava sconcertata era questo dilazionare nel tempo la violenza sessuale da parte del fruttivendolo e il concentrarsi su una vera e propria tortura su capezzoli ...
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