IL SOCCORSO STRADALE
Data: 12/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Stark42, Fonte: RaccontiMilu
Stavo percorrendo quella strada di campagna ormai da 20 minuti, senza incrociare un solo mezzo. Guardai il cruscotto, le 13:50."Mamma mia che stanchezza", pensai.Era la classica situazione in cui anche gli occhiali da sole non frenano la luce abbacinante e insistente, e in cui solo la forza di volontà ti consente di non perdere il controllo dellauto, e vorresti sdraiarti, chiudere gli occhi.La carreggiata era polverosa, e per stare sveglio guardavo spesso gli specchietti, scostando in questo modo la vista da quel paesaggio sempre uguale, piatto, di color paglia perchè la siccità aveva reso i campi tristemente secchi; vedevo nuvole di fumo grigie sollevarsi dietro la mia macchina, e sorridevo pensando che a breve sarei arrivato a destinazione: un bicchiere di birra fredda, una doccia..Ad un tratto, mi ripresi dal torpore perchè vidi in lontananza una macchina ferma e una donna sul ciglio che si sbracciava con fare piuttosto agitato. La strada era dritta in quel punto.Abbassai il finestrino e mi fermai. "Buongiorno, ha bisogno di aiuto signora?". Si avvicinò ansante, e senza salutare mi disse: "E' da 2 ore che sono ferma qui, sotto il sole, lei è la prima persona che incrocio; la macchina si è fermata, e non ne vuole sapere di ripartire...". Continuava a parlare, ma io non sentivo più nulla: era una donna sulla trentina, splendida, alta e mora, vestita elegantemente da un abito intero di color beige, leggero, con gonna al ginocchio. Era alta almeno ...
... 1,72, ma i tacchi le davano una figura slanciata, le gambe muscolose e nervose facevano capire che era una sportiva. Aveva i capelli lunghi, lisci, gli occhi magnetici neri dalle pupille spalancate. I fianchi stretti, magra, ma con un seno provocante e sodo, che si vedeva ben delineato. Era sudatissima, l'abito si sarebbe potuto strizzare: proprio il sudore le aveva appiccicato il tessuto addosso, e si potevano intravedere le forme di quella che per me era unassoluta visone in mezzo a tanta desolazione.Mi ripresi, scesi dall'auto: "Vediamo cosa è successo..non sono un meccanico, ma...".Provai ad aprire il cofano, ma mi resi conto immediatamente che il motore era andato dallodore di bruciato. Lauto era una berlina non recentissima, ma se ne vedono tante così."Ma scusi, non ha provato a chiamare qualcuno?"."Purtroppo ho il cellulare scarico, guardi, sono arrabbiatissima, avevo un appuntamento importante, e incredibilmente mi ritrovo senza macchina e senza telefono!.".Aveva un modo di parlare veloce, ma la voce era rotta di tanto in tanto da sospiri affannati, nervosi, la situazione era per lei nuova, inaspettata, ed era ansante.Chiamai il soccorso stradale, e mentre ero al telefono notai una casupola abbandonata, allombra di tre alberi che avevano orgogliosamente mantenuto le fogli in mezzo a tanta aridità."Andiamo al coperto, qui al sole non si può stare, dissi". Con fare incerto, iniziò a camminare verso il casolare, la sua schiena sudata, i suoi fianchi, il suo profilo, mi ...