1. Francesca: il mio sogno erotico - Parte II -


    Data: 12/11/2017, Categorie: Etero Autore: InusualMe, Fonte: EroticiRacconti

    Dal giorno che ebbi la ‘visione’ di Francesca in punta di piedi sulla sedia, erano passati poco meno di tre mesi, inutile dire che durante quel periodo ho pensato un’infinità di volte a come fare per tentare un approccio con lei, senza scatenare un putiferio. Era amica dei miei e io amico della figlia e suo marito era sempre, con me, simpatico, cortese e prodigo di consigli in merito al mio percorso di studi. Nulla. Non riuscivo a trovare un ‘gancio’, qualcosa che potesse scatenare l’evento, il contatto, senza creare casini. Ma sentivo, non chiedetemi perché, che prima o poi sarei riuscito a farla mia. La mia voglia di lei era sempre tosta ed evidente, specie quando la scorgevo; e dire che la mia attività sessuale procedeva alla grande e senza mancanza alcuna. Durante quei tre mesi trovavo ogni scusa per poter stare da lei, anche se non le serviva nulla, M’inventavo la caduta di oggetti dal mio, al suo confinante balcone; le chiedevo consigli sugli studi –frequentavo la facoltà nella quale lei si era laureata- e ovviamente le aggiustavo qualcosina che, sempre, si rompeva. Ogni volta, da quella prima volta, chiedevo come ricompensa quel ‘meraviglioso’ liquore alle nocciole e, ogni volta, lei faceva le medesime operazioni per recuperarlo anche se, ahimè, non sempre indossava la gonna ma era, pur sempre, un gran belvedere. Durante quegli incontri iniziai a parlarle di più, specie quando mi diceva di sua figlia, del suo essere sola. Io la schernivo dicendole che Carla, la ...
    ... figlia, non sentiva di certo la sua mancanza tanto quanto la sentisse lei, perché gli studi, ma ancora più il fidanzato, sicuramente la tenevano impegnata. Lei poi mi chiedeva se io avessi una fidanzata e faceva battute del tipo: “Beati voi giovani, che potete cambiare partner, quando più vi piace… noi invece ad aspettare il marito…” Quelle semplici parole mi eccitavano da matti e me le ripeteva, come finale del discorso, quasi a ogni nostro incontro. Ma mai trovavo il coraggio per fare una mossa, dire una parolina di più: osare! Avevo il sentore, la percezione ch’era come se tentasse di dirmi qualcosa, ma il timore di sbagliare era enorme, perché le conseguenze sarebbero state disastrose, in caso d’insuccesso. Ma sapete come si dice? La fortuna aiuta gli audaci! E io audace lo ero, se non con lei, con le altre persone che frequentavo, invece, sì. E parecchio anche E così un giorno, una delle mie amiche in facoltà mi confidò che non era mai stata in un Motel; il suo ragazzo la scopava in macchina e rarissime volte, approfittando dell’assenza dei suoi, a casa. Mi disse che le sarebbe piaciuto passare qualche ora in un Motel; una sua conoscente le aveva parlato di uno di questi, appena fuori città, dove vi erano specchi al soffitto, doppie vasche idromassaggio e dei letti con i materassi ad acqua, semplicemente fantastici. Le dissi che lo conoscevo e che c’ero stato un paio di volte e, ovviamente, non mi feci scappare l’occasione di proporle che, se avesse voluto, avrei portato anche ...
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