Vorrei un paio di scarpe
Data: 01/02/2020,
Categorie:
Feticismo
Autore: Jimpoi, Fonte: EroticiRacconti
... faccio stare fino a tardi», mi disse un po’ dispiaciuta. «Non si preoccupi. L’importante è che abbia scelto la scarpa adatta». Si sedette di nuovo sulla poltroncina e si slacciò il cinturino della scarpa sinistra e se la tolse, poi tentò di slacciare anche l’altro, ma mi chiese gentilmente: «Mi scusi, non riesco a slacciarlo, mi può aiutare?», alzò la gamba, io le presi il piede e sganciai con un po’ di fatica il cinturino. «Era incastrato, ma niente di che», le dissi, poi le tolsi la scarpa. Avevo il suo piede in mano e davanti agli occhi: era molto bello, con le dita non troppo corte, ma neanche troppo lunghe, molto ben bilanciate, la pianta molto arcuata, la caviglia sottile sfociava in un collo veramente sexy, con qualche vena chiara che lo definiva, in più li teneva molto curati, le unghie erano tagliate alla perfezione e smaltate con precisione, erano molto lisci e morbidi, emanavano un profumo delicato, ma buonissimo, come se li avesse lavati da poco. «Ti piace, eh?», mi chiese distogliendomi dalle mie fantasticherie. «Mi scusi… ehm… è che sono stanco… sa la giornata è stata lunga…», tentai di scusarmi, molto imbarazzato. I piedi femminili erano una mia passione che avevo la fortuna di aver trasformato in un lavoro, ma una cosa del genere non mi era mai capitata. «Non mi dispiace, anzi…», mi disse con un tono di voce più basso, suadente, avvicinando il piede alla mia bocca. Ero un po’ confuso, non sapevo dove voleva arrivare quella ragazza, ma mi fu chiaro quando mi ...
... sfiorò le labbra con l’alluce le labbra ed invitandomi: «Non ti va di baciarlo?». Io allora gli diedi un bacio, poi aprii le labbra ed iniziai a succhiare dolcemente le dita, partendo dall’alluce fino ad arrivare al mignolo. La ragazza mi lasciava fare, guardandomi con eccitazione crescente. Non era la prima volta che leccavo i piedi di una donna, ma questi mi stavano eccitando particolarmente. Iniziai a leccare la pianta, licia e morbida, strappando un lieve gemito di piacere alla ragazza. Le feci l’occhiolino e lei mi rispose con un sorriso eccitato. Aveva posato il piede sinistro sul rigonfiamento molto evidente dei miei jeans e lo stava massaggiando: «Sento che non piace solo a me!». Io ero senza parole con il cuore che mi batteva all’impazzata e il pene che non vedeva l’ora di uscire. La ragazza tolse il piede dalla mia bocca e mi aprì i pantaloni, accarezzò l’asta pulsante attraverso i boxer e poi, finalmente, la liberò: guizzò fuori come una molla. Lei lo prese con la mano ed iniziò a muoversi su e giù lentamente, poi lo prese fra le labbra. Questa volta fui io a lasciarmi sfuggire un gemito. Si muoveva con calma, quasi assaporando il mio pene. Lo stava insalivando abbondantemente. Ad un certo punto smise, lo guardò ed annuì soddisfatta, poi mi tolse completamente i jeans e i boxer, si risedette sul divanetto di fronte quello dove ero seduto io e mise quei bellissimi piedi attorno al mio pene durissimo. Si muoveva con sicurezza: i piedi andavano su e giù scivolando sul ...