1. L'insegnante di sesso 2.


    Data: 13/11/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: prassitele, Fonte: Annunci69

    ... aveva già montato la macchina fotografica sul cavalletto. Mi disse: “Avrei pensato di invitare un amico a godere con noi. Ti disturba? Se non vuoi non lo chiamo, ma io ti consiglio di provare. Sarà bellissimo. Posso chiamarlo?” – Un po’ titubante feci cenno di si con la testa. “Scusa un attimo che faccio una telefonata”. Fece il numero all’apparecchio telefonico e dopo un “Pronto. Sì” aggiunse “Per quello che ti avevo detto….. sì quello. Adesso, sì. La chiave è al solito posto. Ciao”
    
    Poi, rivolto a me “Sarà qui a momenti. Se vuoi possiamo cominciare con te”
    
    Don Mario mi vide perplesso e mi disse “Non preoccuparti. Lo conosci anche tu. Vedrai. Non ci saranno problemi, anzi….. Dai, cominciamo. Mettiti li, in quello spazio e non preoccuparti di posare. Fai tutto naturalmente. Comincia col toglierti la maglietta poi tutto il resto ma fai tutto molto lentamente”
    
    Sempre un po’ preoccupato iniziai a spogliarmi: tolsi calze e scarpe, la maglietta e, con molta attenzione, i pantaloncini. Poi afferrai i lembi superiori delle mutande e le feci scendere fino a scoprire i peli del pube. Mi fermai un poco e poi mi calai le mutande facendole volare con un calcio restando nudo davanti a don Mario ma con ...
    ... il cazzo morbido. Alzai bene lo sguardo e solo allora mi accorsi che accanto a don Mario c’era un altro prete, giovane anch’esso, che avevo visto di sfuggita qualche volta. Sorrideva. Mi disse “Non preoccuparti, fai come se non ci fossi. Anzi, facciamo così. Mi spoglio anch’io così sarai più a tuo agio.” Si tolse la veste e come don Mario la prima volta, sotto era nudo e bellissimo. Un bel fisico, spalle dritte, la pelle chiara e liscia, senza neanche un pelo Sul petto due capezzoli grossi e duri che invitavano a succhiarli e, abbassando lo sguardo, iniziava un po’ sotto l’ombelico il cespuglio di peli del pube formavano un bellissimo triangolo, coi peli ricci e folti e in mezzo il fiore di carne, il cazzo più grosso che io avessi mai visto. Era, così ad occhio, lungo come il mio ma molto più grosso e adesso mi sembrava proprio in perfetta tensione. Era verticale e, come il mio, arrivava quasi all’ombelico. Mi piaceva, mi è sempre piaciuto guardare il cazzo e a quella vista il mio uccello prese il volo indurendosi e drizzandosi in alto. Alla vista dei nostri due cazzi in tiro don Mario si tolse la veste, i pantaloni e le mutande che adesso aveva e si presentò col cazzo bello dritto anche lui.
    
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