Orgasmo diffuso...
Data: 13/02/2020,
Categorie:
Etero
Autore: ilrosso
Sorrido, i miei pensieri rincorrono le tue parole, sei al lavoro ed io sdraiato nel tuo letto sonnecchio, riposo il mio corpo e nutro la mia mente.
Nel buio della notte passata ci siamo sfamati, ci siamo regalati intensi scambi emotivi, abbiamo abusato, per quanto possibile, dei nostri corpi fino allo sfinimento, quell’uso fisico che non rovina ne sciupa ma che dona intense scariche adrenaliniche permettendoci di sentici vivi.
Questa piccola stanza dove può tutto succedere, questo letto ancora pregno d’umori e profumi a testimonianza di una notte intensa.
Siamo dipendenti del vizio, dei respiri, delle fantasie della notte che ci inducono e conducono a letto, in quello spazio insufficiente ed infinito.
Ti ho strappato la maglietta lasciando liberi i tuoi seni, li ho artigliati con le unghie affilate, ho segnato la mia presenza scrivendoci sopra col sangue, col tuo sangue, ho morso i tuoi capezzoli duri per deliziarmi delle tue lacrime, del tuo sorriso, il tuo viso scosso ed impaurito dalla bellezza di quel nero lupo che ti possedeva.
Ogni volta che guardo il tuo corpo vestito dalla bianca carnagione avverto un senso di compulsione, è un’esplosione, una tempesta a cui mi devo abbandonare lasciandomi trasportare dal cuore e dal sangue.
Lentamente finisco di spogliarti, nel mentre ti sfioro, ti tocco dolcemente e tu ti scaldi sempre più, ormai so che sei già umida, anzi fradicia, quel respiro pieno mi da la certezza, ora sei completamente nuda, sei un’animale ...
... in difficoltà.
Mi chino con il viso tra le tue gambe, lievemente la mia lingua ti stuzzica, ansimi, vorresti essere penetrata immediatamente, lo richiedi, lo urli mentre afferri i miei capelli.
Ora ti lecco con più vigore con l’obbiettivo di scatenare le tue fantasie inconfessabili, come il noto Marchese penso che il piacere è completo quando l’atto compiuto è il più intenso possibile, fino all’eccesso, così da trasformarci in “verità naturale”.
Ti succhio, le mie dita stanno solleticando la tua vagina e si concentrano su una particolare zona appena al suo interno mentre la lingua corre dal clitoride, attraverso la terra di nessuno, fino ad al tuo ano, dove aumenta la sosta e si concentra.
La saliva gronda abbondante dalle mie fauci, la lingua è inserita profondamente nello sfintere, provi piacere non riesci a trattenerti e con una mano inizi a torturarti l’apice della tua intimità nel mentre io inizio ad inserirti un dito, che viene ben presto seguito dagli altri.
Afferro quel dildo color carne di ottime dimensioni, che va a sostituire la mano che stava dilatandoti, ormai comprendi che ho il desiderio di aumentare all’impossibile l’elasticità dell’orifizio, lo sento pulsare, percepisco il tuo cuore battere forsennato, è un martello.
La mano sinistra la appoggio al mio organo genitale, ne tasto la consistenza, inizio una leggera masturbazione osservando quanto sia penetrato in te quel pene artificiale, soddisfatto sorrido, non senti dolore, non senti paura, ...