1. Una serata apparentemente noiosa


    Data: 14/02/2020, Categorie: Etero Autore: Il Conte Max, Fonte: EroticiRacconti

    ... rimanendo con un elegante reggiseno nero, poi sorridendo mi disse: - uff...che sbadata! -. La sua pancia era tutta ricoperta di goccioline di rhum e, allo stesso modo, i suoi seni, compresa la collana di perle che si incastonava lì in mezzo, erano stati inumiditi da quel gesto maldestro. Era una visione intrigantissima alla quale non riuscì a resistere. Avvicinai la mia bocca alla sua pancia ed iniziai a baciarla, leccando ad una ad una tutte le goccioline di rhum. Il sapore del liquore si univa a quello del suo corpo creando un elisir di sensualità, mentre la mia bocca saliva lungo il suo corpo. Lei restò immobile, non disse nulla, solo un leggero gemito quando le mia labbra sfiorarono il seno. Poi con le labbra ancora umide, la baciai sulla bocca e dopo un intenso intreccio di lingue le dissi: - così è molto più saporito -. Lei mi guardò, sorrise e, con fare sempre più malizioso, disse: - Finalmente! -. A quel punto lei mi spinse facendomi risedere sulla sdraio e salì a cavalcioni su di me. Fu un vortice di labbra e lingue che si rincorrevano sui nostri corpi. Ormai era a petto nudo, lei aveva completamente sbottonato la mia camicia così come io avevo fatto volar via il suo reggiseno, lasciando libero il suo delizioso seno. Seno che avevo preso a baciare, completamente preso dai suoi meravigliosi capezzoli resi durissimi dal leggero venticello, da cui non riuscivo a staccarmi. Erano saporitissimi. Ad un tratto, lei si ferma, ride, afferra il mio bicchiere di rhum e versa ...
    ... quel che resta sul mio petto. - Voglio vedere se anche su di te è più saporito - disse e prese a leccarmi sul petto mordendomi i capezzoli. Questo mi eccitò ancor più di quanto lo ero già, cosa che a lei non passò inosservato. Infatti, ancora a cavalcioni su di me, sentiva forte la mia eccitazione crescere e, vogliosa, prese a strofinarsi lentamente su di me. La situazione era rovente ma era troppo rischioso continuare lì, avrebbero potuto vederci e poi il fresco del vento iniziava a farsi sentire quindi le sussurrai in un orecchio: - qui dietro ci sono delle cabine, perché non continuiamo lì? -. Lei sorridendo disse: - forse è meglio - . Ci alzammo, le feci indossare la mia giacca sia per coprirla che per ripararla dal freddo e poi corremmo verso le cabine. Entrammo nella prima cabina, non ricordo neanche se chiudemmo la porta tanto ce eravamo presi dall'eccitante situazione che si era creata. Lei era seminuda ormai, aveva addosso solo la mia giacca, era aperta e lasciava ammirare il suo delizioso seno con quei capezzoli drittissimi, la gonna era alzata al punto che si intravedeva il perizoma nero oltre che la balza delle autoreggenti. Io, invece, avevo la camicia completamente sbottonata ed il petto nudo ancora bagnato di rhum. In quella cabina fu immediatamente un vortice di sensazioni, lingue intrecciate che poi scivolavano sul corpo dell'altro, corpi roventi che si strusciavano, il desiderio cresceva sempre di più. Ricordo di aver, ad un certo punto, messo le mani sul suo ...