1. Angeli e demoni


    Data: 15/08/2017, Categorie: Etero Autore: 1945, Fonte: RaccontiMilu

    ... mentre la sballottavo sul tavolo.Le dissi in un orecchio :adesso sborro, ti riempio la passera troia. Bastarono quelle parole per portarla ad un succoso orgasmo. I suoi succhi mi impregnarono l�uccello.Non poteva gridare,ma sentii benissimo il suo: vengo,vengo porco. RiempimiSapevo che non era protetta,ma sin ora nulla di irreparabile era successo.Forse aveva trovato un modo per scongiurare la maternità.Non poteva prendere la pillola e non usava altri mezzi .La fortuna? Il caso ? Lavaggi?Non so.Certo la sensazione di poter dare un figlio al cornuto aumentava il mio piacere e forse anche il suo e quindi mi preparai alla gran sborrata.Le feci alzare e girare la testa al mio viso. Le nostre lingue si incontrarono .Le mani stringevano le sue belle tette ed il mio cazzo si preparava all�eruzione. Il mio sperma già saliva.Le dissi: porca ti piace sentire il mio cazzo? Ti piace sentire la mia sborra allagarti la figaSei la mia svuota coglioni, vero? Posso venire dentro?Lei:si,si.E come una litania ripeteva: sono la tua svuota coglioni, la tua vacca. Fammi sentire il tuo sperma.Sborrai . Più spruzzi entrarono in lei mentre diceva: si,si.Finito,il mio molle cazzo uscì da leiLo pulii strofinandolo sul suo culo e poi feci ...
    ... cadere la gonna per coprirla.Le dissi:troia non lavarti ti voglio a tavola così.Uscii dalla cucina mentre si stava rassettando.Incontrai il figlio.La mamma?Tutto bene,è in cucina. E� quasi pronto.Francesca entrò in soggiorno. Era perfetta : i capelli in ordine,l�abbigliamento consono alla circoistanza,il viso sereno e sorridente.Pensai che gran figa e �..che troia.Mamma e moglie al di sopra di ogni sospetto, ma dentro che fuoco. Nel complesso che puttana(anche questo da raccontare)Ci accomodammo a tavola .Il mio posto era sempre alla sua sinistra sul lato lungo del tavolo. Lei era a fianco al marito posto a capotavola Volli verificare. Allungai la mano a toccarle la coscia. Sapeva cosa fare�Con noncuranza, mentre discuteva amabilmente con il marito, sollevò la gonna in grembo e divaricò le gambe. Inserii la mano tra le sue gambe infilandole un dito in figa.Si sentiva ancora l�umido dell�amplesso,a fianco figa il rivolo di sperma uscito si era solidificato facendo un leggero rilievoEra propria una brava porca. Faceva sempre quel che chiedevo.Ritirai la mano e lei si rimise in ordine.Le feci un sorriso di condiscendenza..Potevamo pranzare. Intanto guardavo le figlie, in particolare Giulia.Suggerimenti e pareri ben accetti. 
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