1. La collega di lavoro


    Data: 01/03/2020, Categorie: Tradimenti Autore: mtbp

    Da un anno a questa parte era entrata a far parte dell’ufficio in cui lavoro una ragazza, Lorena. Del gruppo di lavoro era la più giovane, ma già madre di una bimba piccola, maternità che le aveva lasciato nel suo corpo un po’ di rotondità. L’ambiente in cui lavoro è pressoché maschile, sono poche le ragazze che ne fanno parte, di loro ce ne sono alcune che si fanno notare, sia fisicamente ma anche caratterialmente non si fanno tanti problemi e quindi sono le più ricercate dai maschietti, visto appunto la loro facilità nell’avere rapporti con l’altro sesso. Lorena se ne stava invece sempre in disparte, o meglio, non appariva come una a cui importasse avere altri rapporti extra-coniugali, era fedele, stava bene con il compagno e non aveva mai fatto trasparire agli altri la volontà di voler fare qualcosa, così con lei tutti se ne stavano buoni. Poi c’era anche il suo carattere, timida e riservata, si apriva poco con gli altri e quando gli argomenti andavano a finire sul sesso lei non replicava e si limitava ad ascoltare. La consideravamo una buona collega, una sorella ma soprattutto un’instancabile lavoratrice. Se c’era da rimanere oltre l’orario di lavoro non si faceva problemi, seppur facevamo di tutto per mandarla via per prima, considerata la sua situazione familiare. Nell’ultimo periodo però il lavoro era raddoppiato, facevamo fatica a finire in orario ogni volta. Il Capo ci faceva visita più spesso, pretendeva il massimo e anche che facessimo degli extra, fummo così ...
    ... costretti, a turno, ad andare a lavorare anche i sabati e le domeniche. Fino a quel momento avevamo cercato di lasciare fuori Lorena, per farla stare più con la famiglia, ma una domenica a causa dell’accavallarsi degli impegni di ognuno, toccò a lei fare il turno in ufficio. La settimana seguente ci incontrammo per decidere a chi spettasse andare a lavoro il sabato e la domenica, a proporsi a sorpresa fu Lorena che non si fece problemi ad andare di sabato. Ci guardammo sorpresi, fino a quel momento l’avevamo lasciata fuori proprio per fargli un favore, invece sembrava che a lei non dispiacesse per nulla lavorare nei week-end e così la lasciammo fare.
    
    “Meglio per noi”, pensammo. Stabiliti i turni, il venerdì lasciammo andare Lorena in orario e io rimasi in ufficio più del solito, a coprire anche il suo lavoro. Fui l’ultimo ad andare via, così chiusi gli uffici e mi recai a casa. Nell’arrivare a casa mi accorsi però che avevo lasciato il cellulare in ufficio, dovevo recuperarlo ma era ormai sera e non mi andava di tornare indietro a prenderlo. Pensai così di andarci a fare un salto la mattina seguente, così ne avrei potuto approfittare per dire a Lorena le cose che c’erano da fare e che avevo lasciato a metà.
    
    La mattina dopo mi recai in ufficio intorno alle 10, aprii la porta esterna che era chiusa a chiave giustamente, per non far entrare la clientela. Mi recai al piano di sopra nel mio ufficio e lo trovai aperto, entrai ma Lorena non c’era. C’erano dei fogli nella sua ...
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