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A tuo figlio ci penso io.
Data: 14/03/2020, Categorie: Etero Incesti Autore: Stephan Zanzi
... mondo è infame, ed è quindi giusto che i bambini imparino a difendersi dalle angherie e dalle ingiustizie che la vita gli preserva. Quindi mia sorella Margherita mise suo figlio su un treno e lo spedì da me. Lo andai a prendere alla stazione in macchina; non vedevo Erri da parecchi anni, ma non mi sembrava molto diverso dall�ultima volta. Aveva sempre la solita aria da stupido. Aveva sul viso degli occhiali con la montatura nera, con al centro una striscia di nastro adesivo bianco; probabilmente qualche bulletto glieli aveva rotti. Vogliamo parlare di come era vestito? Davvero imbarazzante. Aveva una camicia a quadri tipo quelle dei boscaioli, pantaloni felpati marroni e mocassini color panna ai piedi. Era un vero pasticcio. Pensai che tanto per cominciare sarebbe stata una cosa buona e giusta accompagnarlo a comprare dei vestiti più decenti. Comunque mi comportai da buona zia e andai verso di lui ad abbracciarlo, e lui sembrava un pezzo di legno. Io lo baciai dappertutto e lui niente, impassibile. �Tesoro mio!� dissi mentre gli riempivo il viso di baci. �Come stai?�. �Bene�. �Hai fame?� gli chiesi, e lui fece di sì con la testa. �E allora andiamo a casa che ho preparato una teglia di pasta al forno veramente speciale�. Erri si era portato con se tutto l�occorrente per sopravvivere, ovvero la sua console per i videogiochi e il suo computer portatile con cui collegarsi a Internet e farsi la sua dose giornaliera di porno, come ogni ragazzino della sua età. Dovevo ...
... soltanto sperare che fosse un ragazzo pulito, perché comprendevo bene le sue esigenze �fisiologiche�, ma non mi andava di raccogliere la sua sborra dal pavimento o da chissà quale altra superficie. Comunque avevo pensato anche a questo, e allora nella stanza che gli avevo allestito gli avevo lasciato una confezione di clinex. così non avrebbe avuto problemi a pulirsi dopo aver esplicato le sue �faccende maschili�, e io non avrei trovato i suoi schizzi dappertutto. Non appena entrammo in casa Lex, il mio nuovo fedelissimo amico a quattro zampe, venne verso di noi scondinzolando e subito si mise a odorare i pantaloni di Erri, probabilmente per capire se poteva fidarsi di lui. Dopo aver appurato che non era una minaccia allora venne da me e prendendosi la sua dose di carezze. A quel punto portai Erri a vedere la stanza in cui sarebbe stato per qualche tempo, e la prima cosa che fece fu collegare la sua consolle allo schermo al plasma. Si accertò che tutto funzionasse correttamente e poi mi chiese la password per il wi-fi. Era un caso clinico. Erri mangiò la pasta al forno che avevo preparato in fretta e furia e poi si barricò nella sua stanzetta e non lo vidi più per tutto il pomeriggio. Ogni tanto mi accostavo alla porta per controllare cosa stesse facendo, e allora sentivo rumori di spari e esplosioni (quando stava giocando con la consolle) oppure sentivo donne che simulavano orgasmi incredibili (quando era lì a farsi la sua dose quotidiana di porno). Quella sera in via del ...