1. Attendere


    Data: 17/03/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Jasmineit71

    Saper attendere non è stata mai una mia grande abilità, ma facendomi forza e pescando nella meditazione vivevo ogni singolo attimo come un passo necessario per arrivare a quel tanto atteso venerdì.
    
    Sentire la sua voce per telefono mi aveva innescato molti dubbi, tante domande ma di fondo un sottile e continuo filo di eccitazione non mi aveva più abbandonato.
    
    Il giorno dopo il primo timido contatto tutto sembrava normale, anzi, ostentavo normalità ma quel surfare sulle onde emotive mi faceva sentire viva, viva e fremente come quando sapevamo che stavano cominciando le vacanze con le amiche, non sapevamo cosa sarebbe accaduto ma qualunque cosa sarebbe stata la nostra avventura.
    
    Nello stesso modo vivevo le ore, una dopo l'altra ma più spesso di quanto mi aspettassi la mia mente andava avanti di 120 ore, a quando i miei occhi avrebbero incontrato i suoi.
    
    Poter dare un volto ad una voce sarebbe stato il primo traguardo e le premesse erano vibranti.
    
    Forse l'immagine è poco poetica, me ne rendo conto, ma la mia espressione predominante era tra l'ebete e l'infinito, almeno per chi si soffermava a guardarmi, mentre dentro era tutto come una festa, quella dove si lanciano i colori per aria, ed eravamo solo al lunedì mattina.
    
    Nel pomeriggio di lunedì decisi un piano per sopravvivere all'attesa, fare shopping.
    
    Esiste qualcosa di più rilassante e calmante di una uscita dalla propria routine per gratificarsi con un nuovo acquisto? Personalmente penso di no.
    
    Ma avevo ...
    ... sbagliato tutto, non avevo fatto i conti con quella monella che abita nella mia testa, quella che era da parecchio che non si faceva più sentire, quella che mi disse:
    
    "E tu vorresti andare venerdì con i soliti straccetti da lavandaia che ti ritrovi nell'armadio?"
    
    la mia bocca cambiò, dal mio sorriso solito, quello che indosso la mattina per affrontare la giornata lo lasciai andare e ne indossai uno tutto nuovo, forgiato per l'occasione, una specie di guanto di sfida per il mondo. Mi stava benissimo quel sorriso, ero proprio bella, inforcai gli occhiali a specchio per non lasciar trapelare più di quello che volevo e mi misi in modalità caccia. Il mio out-fit per venerdì era lì, dovevo solo trovarlo e comprarlo.
    
    Come uno squalo che si avvicina alla preda con cerchi concentrici lo avevo puntato, lo sapevo che era lui, lui non voleva farsi vedere ma ormai lo avevo scelto, quel vestitino scivolò nella shopping bag e andai con passo svelto verso il camerino, entrai e chiusi la porta dietro di me mentre sentivo che il cuore viaggiava ad una velocità insolita.
    
    Con una calma che non mi appartiene mi spogliai, restai con il solo intimo e lo indossai.
    
    Il mio sguardo, quasi timoroso, salì a guardare la mia figura riflessa nello specchio partendo dai piedi, lentamente saliva e mi sentivo meravigliosa.
    
    Il colpo d'occhio mi lasciò senza parole, insomma, non sono proprio un rottame, la botta la reggo ancora, ma i miei occhi scintillavano da ciò che vedevano.
    
    Soddisfatta ...
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