-
"E dire che ti odiavo" parte 2
Data: 24/08/2017, Categorie: Etero Autore: Isabella91, Fonte: EroticiRacconti
... restava impassibile e sicuro, non perdeva mai il controllo. Lo ammiravo per questo. D’un tratto quelle mani che avvolgevano la mia carne sensibile come tentacoli non erano più quelle del mio compagno di corso. Erano mani più grandi, con dita dritte, unghie limate. Quelle mani con cui avevo visto manovrare pompe infusionali, applicare elettrodi, succhiare via il sangue. Mi sentii strana. Scacciai il pensiero e tornai su Giovanni. Forse per la prima volta, mi accorsi di quanto quel corpo dentro il mio letto per me valesse meno di niente. Fu una consapevolezza orribile, ma mi fece sentire leggera. La mattina dopo, ancora un po' frastornata, entrai in guardiola per prendere le consegne. Riccardo era seduto sul tavolo, mi lanciò uno sguardo fugace. Avvampai. Sentii il calore arrampicarsi sulle guance, il collo esplodere, il cuore accelerare. Mi feci strada a testa bassa fingendo di voler raggiungere la mia bottiglietta d’acqua, alla quale mi incollai per bere, sempre voltata, tentando di far sparire quel rossore imbarazzante e terribilmente reale. Avevo lasciato i capelli sciolti, prima di legarli, e avevo truccato un po’ di più gli occhi. Riccardo prese i fogli della terapia, mi si accostò, e senza guardarmi mi disse, con disinvoltura: “Sei troppo sexy per lavorare con me, oggi”. Ammutolii. La parola “sexy” sulle sue labbra era qualcosa di inimmaginabile e allo stesso tempo inopportuno. Pronunciata da qualsiasi altro uomo, l’avrei trovata kitsch. Pronunciata da lui fu l’inizio della certezza che per Riccardo io non ero una ragazzina. Ero una donna. Una donna sexy. Una donna che si sarebbe scopato volentieri.