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Tra Vecchio e Nuovo - Zia e Nipote - Capitolo II
Data: 22/03/2020, Categorie: Incesti Autore: Raccontatore
“sto studiando diritto pubblico. Ho l’esame la settimana prossima, se tutto va bene ovviamente.” Fece Matteo versandosi il caffè in una tazzina. “In che senso?” Chiese Rita curiosa. “Molti studenti protestano in facoltà, quindi è possibile che salti tutto, che boicottino gli esame e roba così.” “Ah, beh certo, ho sentito che protestano anche a Roma. Ma ci credo io, con tutto quello che pagate di tasse! E poi con così pochi esami!” Sbuffò Rita scocciata. “Gli appelli, intendi? Sì in effetti sarebbe meglio averne di più… però… non mi piacciono le proteste.” “Ma mica vogliono far la rivoluzione eh!” Scherzò Rita mentre infilava i tacchi sull’uscio della porta con qualche difficoltà di movimento. Fasciata com’era in quella camicetta e quei pantaloni aderenti a zampa d’elefante che metteva per andare al lavoro, non riusciva mai a muoversi liberamente. Eppure quell’eleganza le donava, sembrava una donna in carriera e in qualche modo lo era. Per tutto il dialogo poi, Matteo aveva lanciato qualche fugace occhiata alla scollatura, ma continuava ripetersi che non fosse colpa sua se sua zia si metteva sempre quella catenina al collo che finiva proprio poco più del punto in cui i suoi seni si abbracciavano tra loro. Solo un centimetro o forse due della spaccatura che divideva i seni era visibile, ma tanto bastava a Matteo per doverci buttare l’occhio, come una sorta di riflesso incondizionato. “Ci vediamo stasera, ciao!” Salutò Rita uscendo di casa dopo aver afferrato la borsa. Matteo ...
... ricambiò il saluto chiudendole la porta alle spalle. Nonostante fosse stato tempestivo nell’azione, una folata di aria fredda lo investì in pieno. Erano passati cinque mesi da quando era arrivato a Milano e ancora doveva abituarsi a quelle temperature più rigide. La città era avvolta dalla nebbia e dalla finestra della sua camera si poteva scorgere solo la palazzina più vicina, il resto della strada era avvolto da un flebile strato di bianco. A Matteo piaceva quel clima, gli dava una sensazione d’ambientazione noir e di mistero e stranamente ci si sentiva rilassato. Dopo aver fatto colazione, si fiondò sui libri per continuare a studiare. Aveva da poco cominciato il capitolo sul presidente della repubblica, quando il citofono squillò. Si accorse di essere ancora in pigiama e in fretta e furia si vestì con i primi panni che gli capitarono a tiro, giusto per dare una buona impressione a quello che poteva essere semplicemente un postino o un testimone di Geova. Con enorme sorpresa però, quando Matteo aprì la porta, si trovò davanti un ragazzo, circa suo coetaneo, ma sbarbato e biondino a differenza sua. Aveva in mano un mazzetto di rose e l’espressione delusa. “Tu chi sei?” Fece il giovane sul ciglio della porta. “Sono Matteo… Ma piuttosto, chi sei tu?” Rispose accentuando il ‘tu’. “Ecco… io pensavo che avrei trovato Rita, ma evidentemente si è già rifatta una vita.” “Di che stai parlando? Io sono il nipote. Mia zia è andata al lavoro.” L’altro ragazzo controllò l’orologio. “E’ ...