1. Una giornata al mare


    Data: 25/03/2020, Categorie: Etero Autore: Laura M., Fonte: EroticiRacconti

    ... “Verresti con me tutto il giorno? Devo andare nella casa al mare, a sistemare alcune cose; ci vado solo. Mi piacerebbe che tu mi facessi compagnia”. Era una pazzia, ma a me piacciono le cose pazze. “Sì”, gli dissi, “ci vengo; mi vieni a prendere tu? O ti aspetto in qualche posto?”. “Ti vengo a prendere io… partiremo presto, massimo alle sette … E senti, dobbiamo portarci qualcosa da mangiare”: “Ci penso io” gli dico. Ci salutammo come due colleghi … Era venerdì, due giorni di attesa… e di ripensamenti. Più volte presi in mano il telefono per dirgli che non ci sarei andata; ma non lo feci, perché temevo che mi rispondesse la moglie. Il sabato avevo le prime due ore ed anche lui entrò alla prima ora. Solo sguardi neutrali. Quando uscii, nell’atrio incontrai la moglie che entrava a quell’ora. Appena un rapido saluto e uno sguardo fuggevole, sempre dall’alto in basso, con grande alterigia, come fosse stata la regina Vittoria. Risposi educatamente, la guardai in tralice: seno piccolo come tutte le settentrionali e bacino e sedere grossi, ampi. “Cara Regina Vittoria” pensai tra me e me, ”domenica farò in modo di incoronarti, con un bel cornino che io stessa contribuirò a piantarti”. Domenica mattina alle 6.45 ero pronta; avevo una borsa in cui avevo messo del pane, delle polpette che avevo cucinato la sera prima, della frutta, una bottiglia d’acqua e una di vino. Puntualissimo arrivò alle 6.59. Durante il viaggio si parlò delle nostre esperienze umane e sentimentali. Non sto qui ...
    ... a raccontarle perché per riportarle occorrerebbe più del tempo occorso in macchina a dirle. L’appartamento era in una villetta a schiera costruita dentro la pineta. Non c’era nessuno, non c’era nemmeno il sole sotto quelle chiome dei pini. Tre vani più il bagno e tanta umidità. Fortunatamente c’era il condizionatore climatico, così dopo circa mezz’ora le stanze si erano intiepidite. Lui mi chiese di lasciarlo libero per un’oretta, per sistemare le cose per cui era venuto: certamente sapeva che quel carabiniere della moglie avrebbe controllato se lui avesse fatto quei lavoretti. Mentre lui armeggiava fra dentro e fuori l’appartamento, io girellai per la casa a curiosare. Indiscreta forse, ma dovevo passare il tempo. Ogni tanto lui entrava, mi si avvicinava e mi baciava. Verso le dieci, rientra, passa dal bagno, si risciacqua, mi si avvicina e mi fa: “Signora, sono tutto suo adesso”. Lo baciai sulla bocca, mi strinse forte a sé. Sentivo le sue mani scorrermi lungo la schiena, mentre la sua lingua esplorava la chiostra dei miei denti. Volli controllare se tutto era a posto, così lo palpai sulla patta dei pantaloni. Sì, tutto era a posto, ci saremmo divertiti parecchio. Sempre tenendomi stretta, mi guidò verso la camera da letto, aprì l’anta dell’armadio dove c’era lo specchio e mi mise in modo tale che io potessi guardare quello che lo specchio rifletteva, e cioè il mio dorso, il mio culo e le sue mani che mi percorrevano tutto il corpo e parte del suo capo. Non mi lasciava: mi ...