1. Una giornata al mare


    Data: 25/03/2020, Categorie: Etero Autore: Laura M., Fonte: EroticiRacconti

    ... abbrancava con le sue forti braccia e mi succhiava la lingua e si faceva succhiare la sua; poi le sue mani cominciarono a tirarmi in su la gonna: a poco a poco nello specchio vidi la parte posteriore delle mie cosce, poi le mie mutandine di pizzo nero e le sue mani che mi palpavano. E poi fece scendere giù lo slip ed allora nello specchio apparvero i miei bianchi glutei e le sue mani che li strizzavano e li accarezzavano. A quel punto mi feci un po’ largo tra me e lui e cominciai a sbottonargli i pantaloni. Glielo tirai fuori, bello superbo, duro, arrogante. Glielo massaggiai e lo costrinsi a smetterla di baciarmi in bocca. Lo spinsi verso il letto e lo feci sdraiare, poi mi impossessai del suo membro e me lo portai in bocca. Una donna che fa un pompino ad un uomo è paragonabile ad un dittatore: l’uomo è inerme in quei momenti, abbandonatosi a quel sommo piacere, lascia che la donna gli faccia quel che lei vuole, gli può chiedere qualunque cosa. E’ forse quello il momento in cui le grandi spie si lasciano sfuggire di bocca i più grandi segreti, per un pompino fatto bene si può vincere o perdere una guerra. Chissà quanti ne ha dovuti succhiare la Mata Hari. Erano questi i pensieri che mi passavano per la mente mentre tenevo Mario dentro la mia bocca e gli massaggiavo le gonadi e gli titillavo il buco anale. Improvvisamente sentii il suo membro pulsare nella mia bocca .. ecco ci siamo … feci appena in tempo a liberare la bocca da quel dolce intruso che il suo schizzo, potente ...
    ... e lungo, mi irrorò la faccia bagnandomela tutta. Rimasi un attimo perplessa, poi mi leccai lo sperma che si era depositato attorno alle labbra e … scoppiai in una risata sonora. Ma sì, era molto buffo il viso di lui, così contrito, così vergognoso, così infantile ….”Dai, ridi”, gli dissi. Mosse appena le labbra sforzandosi di sorridere. Allora lo baciai in bocca, profondamente. Era rammaricato, forse si sentiva un po' umiliato per non essere riuscito a contenersi. Era venuto proprio come un fanciullo alla sua prima esperienza. Lo consolai: “Vedrai, più tardi ci riproveremo. Usciamo un po', fammi vedere questo villaggio marittimo”. Ci rivestimmo e facemmo un giro per i dintorni. Tutti uguali i villaggi marittimi, la speculazione non ha fantasia, tranne quella di fare soldi. Rientrammo per il pranzo. Lui apparecchiò, io tirai fuori dalla borsa-frigo quello che avevo preparato: pane, polpette, frutta, vino. Cominciammo a mangiare. Lui era ancora imbronciato per l'accaduto di prima. Se si fosse convinto che non ce l'avrebbe fatta, era meglio tornarsene a casa. Così presi l'iniziativa: mi sedetti sulle sue ginocchia. “Ti do fastidio se mi siedo qui?”- “Ma no, dai ...” Addentai una polpetta, ne tagliai metà con i denti e con la bocca la porsi a lui. Titubò un po', poi aprì la bocca ed io vi depositai la mezza polpetta. Gli sorrisi, mi sorrise. Riprendeva coraggio. Gli presi la sinistra e me la portai sul seno. Il suo palmo si strinse sulla tetta con dolce violenza; con la destra ...