1. Canto delle sirene - primo episodio


    Data: 02/04/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Edonista6969, Fonte: Annunci69

    Ho nella penna un racconto troppo lungo. Ma la storia di Marta parte da lontano e va lontano. Difficile tagliarne dei pezzi, senza perderla. E allora vi propongo solo la prima puntata, se vi piacerà completerò la pubblicazione
    
    E’ ora di prepararsi, altrimenti farà tardi. Doccia, capelli e poi il solito “cosa mi metto?”.
    
    Uscirà per quattro chiacchiere con Anna; cena in un locale alla mano, un bicchierino per scacciare le fatiche della settimana lavorativa. Il classico venerdì sera con l’amica del cuore, niente di impegnativo. Non si può però mai esagerare con Anna, se Marta si rilassa troppo ed esce con il vestito da impiegata, come lo chiama Anna, quella è capace di prenderla per il culo tutta la sera. Ci vuole qualcosa di sportivo ma non troppo banale. Anna non è una persona banale e non le permette di esserlo, almeno non con lei. Sono amiche da sempre ed ogni volta che Marta si è messa nei guai, c’era sempre stata di mezzo Anna, con qualcuno dei suoi colpi di ingegno, o “voglia di vivere”, come la chiama lei.
    
    Va bene, jeans attillati e scarpe con il tacco. Una camicia di lino abbastanza trasparente e un bel reggiseno. Niente di eccessivo, ma abbastanza femminile da non attrarre le critiche della serpe inquieta.
    
    Si vedono nella solita trattoria; Anna è particolarmente allegra, Marta particolarmente stanca.
    
    Insomma non esattamente sulla stessa lunghezza d’onda, ma sono buone amiche, Anna avrà pazienza e Marta si lascerà trascinare dall’amica per uscire dalla ...
    ... sua frustrazione. Per tutta la cena, Marta nota in Anna uno sguardo irrequieto, non distratto, ma è come se aspettasse il momento di dire o fare qualcosa. Marta si incuriosisce ma non arriva nessuna confidenza piccante, anzi, alla fine della cena Anna taglia corto e propone di andarsene, vuole portarla in un localino in cui non sono mai state. “Nuovo ?”. “No, lo conosco da tanto, ma non mi è mai sembrato adatto a te”. “Presuntuosa. E questa sera è diverso? ”. “Forse. Beh, è che ti ci volevo portare da tanto e oggi mi sono decisa”. “Bene, andiamo allora”
    
    Con la macchina di Anna, si allontanano dal centro della città, per vie sempre più secondarie, semi buie e deserte. Anna parcheggia in una piccola piazza poco illuminata. Si incamminano per un vicolo che esce dalla piazza, dopo pochi metri svoltano e Anna si ferma davanti ad un portoncino in legno trapuntato di grossi chiodi. Senza finestra, basso, rischiarato da due fioche lanterne ai lati. Sopra, inciso su una tavola di legno, il nome del locale, “La Porta”. Non si sentono ne musica, ne voci. “Ma dove diavolo mi hai portata ?”. Anna non risponde, spinge il portoncino e, chinandosi sotto il basso architrave, entra.
    
    Il posto è piccolo, sicuramente intimo. Poca luce, divanetti, tavolini con abat jour e sedie rustiche. Una classica atmosfera da pub. Pochissima gente. Alcuni astanti sono soli, intenti alla lettura o ai loro pensieri, altri in compagnia, discorrono senza volume. Si siedono al bancone. “Allora ? Cosa ne pensi ...
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