1. Regalo di natale di un trasportatore di carbone - 1


    Data: 19/11/2017, Categorie: Gay / Bisex Autore: adad, Fonte: Annunci69

    ... quella lunghissima notte! Il giorno dopo ero un rottame senza forze, ma ero un rottame felice!
    
    Purtroppo, io non potevo andare a lavorare nelle miniere del West-Virginia, come invece la maggior parte degli uomini della mia cittadina, né potevo guidare un camion: ero troppo piccolo!Da bambino, infatti, avevo avuto la polio ed ero cresciuto piuttosto mingherlino.
    
    Compiuti i diciotto anni, ero andato a lavorare al New Drop Inn, un bar dove si fermano i camionisti per farsi un caffè.
    
    Una volta, sotto Natale, quando le strade sono un casino per la fanghiglia nerastra prodotta dalla polvere di carbone, il proprietario del bar decise di montare le decorazioni natalizie.
    
    “Non l’ho mai fatto prima, - disse – ma dobbiamo metterle su per i camionisti: tutto quello che vedono ogni santo giorno è solo nero e immondizia!”
    
    Così, appendemmo al soffitto festoni di carta crespata e io allestii un albero di Natale vicino alla porta d’ingresso. Poi mi godetti lo spettacolo di quegli omoni, quando entrarono nel bar a passi pesanti. Si guardarono attorno, ma tutto quello che dissero fu:
    
    “Hmmm, hai messo le decorazioni natalizie, Parley? Immagino che sia il periodo, giusto?”
    
    Il più massiccio di loro, il mio favorito segreto, era Durran. Lui guidava per la Consolitated Mines ed era, nella mia immaginazione, il Re dei Camionisti. Era un uomo alto e poderoso: una visione davvero coinvolgente. Enorme come uno di quei cervi maschi, che i cacciatori trovano talvolta sulle montagne ...
    ... del West-Virginia, Durran era un concentrato di virilità: anche di mattina, quando era probabile che si fosse fatta una buona doccia, lui sapeva sempre di sudore e di intenso, muschiato aroma di maschio.
    
    Il suo colorito, molto abbronzato, era come illuminato dai biondi capelli scompigliati e aveva i più energici e penetranti occhi verdi che avessi mai visto. La mascella, grande e squadrata, gli conferiva un volto simile a quei supereroi dei miei fumetti, ma la sua espressione era più determinata, semplicemente… più maschia!
    
    Quando si girò sullo sgabello del banco per guardare fuori dalla finestra di fronte a lui, mentre sorseggiava il suo caffè, non riuscivo a smettere di fissare quelle ampie spalle poderose e quelle braccia imbottite di muscoli. Del resto, rivolto verso il banco non si trovava per niente comodo, con quel torace così massicciamente sviluppato che si ritrovava.
    
    La sua camicia a scacchi rossi era spesso sbottonata fino all’ombelico e potevo, perciò, vedere le enormi protuberanze dei suoi pettorali e le spesse increspature dell’addome, come una tavola per lavare.
    
    Non riuscivo a vedergli il pacco, tranne quando entrava o usciva dal bar, ma sapevo che si portava dietro un cannone dannatamente grosso. I suoi jeans si gonfiavano, tendendosi sopra il corpo di un Adone romano, come quello sul mio libro di storia.
    
    Non ho mai dimenticato quel periodo natalizio, perché fu allora che Durran mi tirò fuori dal mio buco. Non saprei dire se lui se ne fosse mai ...