In vacanza con l'amica di mia moglie
Data: 24/08/2017,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Sagittarius72, Fonte: EroticiRacconti
Eravamo in albergo io, mia moglie e lei, due camere non confinanti ma vicine, stesso piano. Lei ancora vergine, niente sesso anche se una volta, forse per scherzo le chiesi di riporre una spazzola porgendola e mi rispose “sto cercando di smettere!”. Mia moglie tipo poco passionale, dedita più a coccole ed abbraccia che a scopate mozzafiato e giochi erotici. I miei sogni e le mie fantasie si affollavano nella mente. Durante la vacanza sarebbe sicuramente capitata una sera in cui restavamo io e lei, magari andavamo a fare un giro e bare un po'. Le barriere sarebbero calate ed avremmo iniziato a parlare come capitava spesso. Toccare alcuni argomenti era tabu ma si lambivano sempre. Mai parlato esplicitamente di sesso ma sguardi fugaci di intesa quando in tv andavano inquadrature erotiche c’erano stati. Così una sera avvenne, mia moglie in camera a dormire in quanto stanca e noi in giro. Era la mia metà a dire sempre di fare un giro con lei in quanto sempre da sola. Io invece ero sempre titubante, per evitare di stare da soli, temevo che potessi aprirmi un po' di più e rovinare un’amicizia o iniziare una storia di sesso. Volevo avere le mie seghe mentali e basta. Uscimmo, passeggiata braccio sotto braccio, e chiacchiere. Ci fermammo in un bar una cosa poco alcolica ma per le nostre abitudini era come bere un superalcolico. La testa mi girava come a lei, iniziammo a parlare di altre vacanze, ragazze/i conosciute/i e avventure. L’alcool faceva effetto, guardavo nella scollatura la ...
... sua quinta abbondante, lei lasciava fare. Iniziammo parlando film visti e non visti, poi film erotici ed infine esperienze sessuali. Sapevo che eli non ne aveva avute ma sicuramente aveva regolarmente orgasmi. Mi parlava con fare disinvolto ma arrossendo, si apriva come con un’amica, …. intimità a confronto. L’argomento si spostò ben presto su utilizzo di spazzola o meno, di peluche o altro, ed io raccontavo le mie seghe quante e dove fatte e pensando a chi, le cosiddette “dediche”. Le sue pupille erano dilatate, labbra socchiuse e inumidite di continuo, seduta sullo sgabello del bar con le gambe rivolte verso di me, scavallava e accavallava di continuo, sembrava inquieta, si torturava i capelli. Il reggiseno le dava fastidio, mi mostrò attraverso la maglia il ferretto che le bucava il costato, i miei commenti di non conoscenza della necessità dei ferretti e della non sufficienza delle cuciture mi fece capire la dimensione del suo seno, una 5a abbondante. Occhi vispi nonostante l’alcool e sguardo pieno di malizia, ma non avevo il coraggio di osare. Fino a quando non riuscì più a trattenersi, si sfilo il reggiseno e mi chiede di vedere i ferretti. Era caldo, profumato e grande. Lo strizzavo tra le mani e lei guardando si morse il labbro inferiore, lentamente e delicatamente. D’improvviso rinvenne in sé e con una scusa tornò in camera sua, strappandomi l’intimo dalle mani. Il cazzo pulsava negli slip, se solo lo avessi sfiorato avrei inondato tutto il pantalone. La seguii ma mi ...