LA FATA DI FERRO 1
Data: 24/08/2017,
Categorie:
Lesbo
Sensazioni
Autore: Giovanna, Fonte: RaccontiMilu
... nuovi colori. Quelle che le piacevano di più erano quelle nere. Le calze nere sembravano sempre di una misura più piccola, la seta era tesa sulla pelle, rendendola appetitosa, mentre lo sguardo, ipnotizzato da quella visione, cercava il punto dove il nero deciso dell�orlo merlettato, liberava con uno sbuffo lievissimo la carne rosea e chiara della Fata di Ferro. Anche quando lei si sedeva su un basso puff, sgranocchiando cannellini e lacrime d�amore, era facile che Alba riuscisse a carpire un�immagine delle sue mutandine, schiacciate tra le cosce. La fata si sedeva lì, poi andava e veniva per sfaccendare; lo faceva per non rubare spazio ad Alba, che da principessa quale era, le aveva riservato il posto d�onore sul divano. Ad Alba non dispiaceva nemmeno il suo gironzolare per casa alla ricerca di un granello di polvere vigliacco o di uno dei tanti oggetti, che in quella casa fatata avevano la strana tendenza a cadere negli angoli più nascosti. Da quando aveva scoperto che la fata, per ritrovare gli oggetti, si metteva carponi mostrandole inavvertitamente il fondoschiena oppure le poppe gloriose, Alba, pur essendo affettuosa e servizievole, non si offriva mai spontaneamente come volontaria �nel cercare�, ma lasciava che la donna facesse tutto il lavoro da sola. La fata aveva infinita pazienza e nulla chiedeva alla sua preziosa ospite. Per fortuna, tutti i rossori e le vampate peccaminose della giovanetta passavano inosservati, tant�è che una volta, fattasi coraggio, Alba dal ...
... gabinetto chiamò la fata con una scusa e si fece trovare seduta sul vaso, con le sottili gambe spalancate e le labbra rosse della vagina dischiuse. Ma la Fata di Ferro non disse niente e niente notò, chiusa nella sua virginale indifferenza. Al contrario la principessa, per la vergogna sopravvenuta dopo l�eccitazione, non volle tornare da lei per due giorni. Ma il terzo giorno la fata chiamò � e tutto riprese come prima. Flora, credeva di impazzire � tanto la situazione era diventata insostenibile. Nonostante le promesse fatte a se stessa e alla madre di Nicòle, la presenza della ragazza era diventata troppo intrigante e opprimente per lei. Il piacere che provava a sentirsi osservata di nascosto da quella piccola troia le rimescolava il sangue nelle vene e appena la vedeva o la pensava, si ritrovava gli slip inzuppati. Dal primo istante in cui Nicòle giungeva a casa, la sua vulva iniziava a grondare di piacere. Desiderava l�orgasmo per ore, mentre le sue guance avvampavano e i suoi seni sudavano. La voleva! Voleva sfogare sul suo corpo quell�infinito desiderio � Il primo giorno che Nicòle disertò le lezioni, Flora respirò e dopo settimane di stress riprese il controllo sulla sua vita e sulla sua casa. Era una piccola despota ... piccola canaglia � la sua principessa. Il secondo giorno si immalinconì. Le mancava. Voleva essere tiranneggiata ancora da quella impertinente spiona � le mancavano i suoi occhioni che le fissavano le cosce. E si che Nicòle aveva davvero esagerato � ...