Una favola - La ragazza che era principessa
Data: 21/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti
Tornato di gran carriera alla capitale il cavaliere trovò ad attenderlo un lungo corteo, capitanato dal Gran Siniscalco. "Hai vinto" disse il dignitario con voce bassa. Poi aggiunse:"Congratulazioni". "Quando celebreremo le nozze ? E quando vedrò la mia regale sposa ?" "Ho l'ordine di condurti al palazzo, altro non so". Il corteo attraversò la città, la gente affollava le strade per vedere il futuro principe e le donne lo ammiravano. Giunti a palazzo, il cavaliere venne fatto lavare e rivestire con gli abiti più belli e sontuosi. Poi lo condussero al cospetto del re. Il sovrano era un vecchietto gracile che stava adagiato su un trono ricoperto di molti soffici cuscini. Soffriva d'asma e attacchi di tosse interrompevano di frequente le sue parole. "Siete voi il mio genero ?" "Ho tale onore, maestà". "Un momento !" disse una voce imperiosa. Un uomo di aspetto autorevole fissò i suoi occhi sul giovane. "Sono il Giudice Supremo del Regno" disse. Vedendo che la sua autoritaria dichiarazione non aveva sortito grande effetto, parlò di nuovo. "Siete sicuro di essere degno di sposare la principessa ? Ci risulta che avete frequentato una nota baldracca, che avete stuprato una nobile dama di corte, che siete stato complice dell'efferata uccisione di un capitano del nostro esercito e che infine avete aggredito e accecato un'innocua fanciulla. Che avete da dire a vostra discolpa ?" "Che scherzo è mai questo ? Sono le prove che mi sono state imposte e che ho regolarmente superato. La ...
... baldracca, cioè la ragazza bruna dalle grandi forme, me l'avete fatta incontrare voi, la dama di corte, ossia la ragazza dagli occhi di colore diverso, mi ha provocato e le ho dato quel che ha voluto. Quanto al capitano, è stato fatto uccidere dalla ragazza nera come la notte e io non ho avuto nessuna parte nella sua morte. Infine, quell'innocua fanciulla dai capelli rossi come il fuoco aveva la simpatica abitudine di cavare gli occhi dei suoi visitatori che erano poi i cavalieri che voi mandavate da lei. Di cosa sarei colpevole ?" "Di nulla" si affrettò a dire il re, tossendo "di nulla. Perdonate il Giudice Supremo, occupa una carica che non conta nulla e che gli abbiamo inventato per giustificare il ricco stipendio che percepisce e ogni tanto sente l'esigenza di ricordare la sua esistenza". Il Giudice Supremo del Regno fece un passo indietro, mortificato. "Avete superato le prove, s'intende. Mia figlia brama di conoscere il suo sposo, non facciamola attendere. Naturalmente" aggiunse con un colpo di tosse "i tempi sono duri e posso darle come dote solo tre palazzi, la collezione di diamanti della defunta regina e mille servitori. E' poco?" "Ce lo faremo bastare, maestà". "Ho piacere che siate così modesto. Accompagnatelo dalla principessa. Domani avranno luogo le nozze". Il quasi principe fu guidato lungo saloni che si aprivano l'uno nell'altro e sembravano non avere mai fine. Giunto in una stanza tutta tappezzata di verde smeraldo, le porte si rinchiusero dietro di lui e in un ...