1. Una favola - La ragazza che era principessa


    Data: 21/11/2017, Categorie: Etero Autore: Edipo, Fonte: EroticiRacconti

    ... angolo vide una creatura di grande altezza, il viso coperto da una maschera. "Tu saresti il mio sposo ?" disse una voce beffarda. "E tu la mia sposa ?" rispose lui. Il lungo mantello di cui era ricoperta la creatura si aprì: un nano molto robusto sorreggeva una giovane donna. La donna scese dalle spalle del nano e rivelò di essere alta poco più di lui. I capelli biondi erano divisi in trecce ai lati e il viso ricoperto di lentiggini era un po' grinzoso. Quella era la principessa. "Pensavo che fossi più grande e più bello" disse sprezzante al giovane. "Questa racchietta disprezza me ?" pensò il cavaliere, offeso. "Fammelo vedere" gli ordinò la sua fidanzata. "Come ?" "Non penserai che ti sposi se non sono sicura che hai tutti gli attributi ? Tiralo fuori". Il giovane obbedì, riluttante. "Tutto qui ?" Fu sul punto di risponderle che con una donna come lei era difficile fare di più ma lei disse: "Il mio nano ce l'ha più grosso. Vuoi vederlo ?" "No, non ci tengo". "Vediamo se riesco a ottenere qualcosa". Con grande stupore del fidanzato cominciò a toccarglielo e a dimenarlo, dopo passò a lisciarlo con la lingua e a succhiarlo fino allo sfinimento. Il giovane ricordò il prosperoso corpo della ragazza bruna, le moine della ragazza bionda, le splendide forme della ragazza nera e la aggraziata figura della ragazza rossa; l'effetto fu quello che le leccate della piccola principessa difficilmente avrebbero raggiunto. "Bene" disse lei, finalmente ...
    ... soddisfatta "ora sei pronto per la prova finale". Messasi a cavalcioni su di lui iniziò una sgroppata entusiasmante. Il ricordo delle ragazze aiutò il cavaliere e del resto, pensò, se una donna si distende su di te, basta chiudere gli occhi e fingere che sia un'altra. Un regno val bene una racchia. Finita la cavalcata, la principessa si riassestò. "Finalmente avrò uno sposo" disse, " non dovrò più andare a caccia di paggetti e di pallafrenieri. Andremo a stare nel palazzo d'inverno. Resterai chiuso nella tua stanza e starai lontano da tutte le altre donne. Uscirai solo per venire da me quando ne avrò voglia, sempre che non voglia venire io da te. Ti concedo un'ora d'aria al giorno, non di più. Se mi farai concepire un figlio, ti concederò due ore e quando mio padre sarà morto e noi saliremo al trono, potrai farmi da principe consorte, obbediente in tutto. Se scoprirò che mi tradisci verrai chiuso per tutta la vita in una cella murata, senza finestre, con una botola da dove ti passeranno il cibo e l'acqua. Ora vai e preparati alla cerimonia di domani, questo è stato solo un piccolo anticipo di quello che sarà la nostra prima notte di nozze". Completamente rimbecillito il cavaliere fu condotto nel suo appartamento. Se pensò di fuggire fu un pensiero inutile perchè le inferriate alle finestre e le guardie alle porte gli suggerivano di lasciare ogni speranza. Non visse felice e contento. Morale: ognuno cade nella trappola che si è preparato. Fine 
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