La fallocrate
Data: 22/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: LoStregone, Fonte: Annunci69
Aprile non è sempre il mese più crudele, talvolta concede esperienze capaci di deliziare gli animi più dissoluti.
Ero a casa di Elena (1) con una missione ben precisa: appagare i suoi appetiti, di qualsiasi genere. Lei, approfittando di un viaggio dei genitori e di una pausa universitaria, aveva lasciato la casa di Napoli (2) e il sedicente (e mummificato) ragazzo; era intenzionata a soddisfare le sue fantasie. Mi accolse con un abito lungo che esaltava le sue curve, dalla scollatura sfoggiava un seno prosperoso e gioviale che meritava di essere leccato e rileccato; aveva tagliato i capelli: quel caschetto castano illuminava i suoi lineamenti armoniosi. Si avvicinò, la baciai, la strinsi, sentii il suo odore, era piacevolissimo impossessarsi della sua bocca così carnosa e sapiente, continuai a baciarla e non avrei voluto più staccarmi da lei; il Sud del mio corpo era già in subbuglio, in piena rivolta, Elena ne era consapevole e subito la sua mano peccaminosa si mosse verso quella rivoluzione, compiaciuta di esserne la causa.
« Sei una grandissima fallocrate...»
Arrivò il momento di un brindisi, ma con quale bevanda? Adocchiai un rinomato vino rosso campano...
«Questo no, lo hanno regalato a mio padre...»
«Mi fotto sua figlia, non vedo perché non debba fottermi il suo vino...dai, mangiamo qualcosa»
«A cosa brindiamo?»
« Elena, vago per la tua stanza e mentre tu stai bevendo il vino, in fondo all'oro d'un bell' aprile, rabbrividisco per la tua ...
... salute!(3)...Ovviamente scherzo: brindiamo all' Opposizione al Tempo...»
Più che una preparazione fu una caccia al tesoro, non trovavo nulla, ma arrangiarsi è una nobile arte: alla fine scovai degli ingredienti per uno spaghetto improvvisato e allettante.
Spesso il cibo è un traghettatore perfetto per la camera da letto: una volta allietato il palato, la via per la fusione di corpo e mente nell' amplesso è spianata. Elena andò nella sua stanza chiudendo la porta a chiave, rimasi sospeso tra incredulità e intrigo; dopo qualche minuto mi invitò ad entrare, ma prima recuperai il vino e due calici. Elena sedeva sul grande letto con le gambe accavallate ed il busto sensualmente eretto, i suoi occhi famelici, licenzioso e sublime guazzabuglio di verde, argento e blu, erano quelli di una predatrice; accese una sigaretta, poi mi indicò una spoglia sedia di legno e con voce perentoria e lasciva mi intimò...
«Siedi e sta zitto!»
Dal nulla spuntarono due cinture simili a corde, Elena si impegnò a immobilizzare i miei arti al telaio della sedia; lasciai fare: quella trovata stava stimolando la mia parte più folle. Terminato di incatenarmi, Elena saltò su di me, niente poteva disarcionarla dal suo trono, si muoveva armoniosa strofinandosi con forza, la mano sinistra strinse i miei capelli costringendomi ad inarcare la testa all'indietro; la bocca cremisi (4) mi baciava mentre le mani dalle unghie nere smaltate sbottonavano la mia camicia. Percepivo tutto il suo perverso visibilio dovuto ...