1. La fallocrate


    Data: 22/11/2017, Categorie: Etero Autore: LoStregone, Fonte: Annunci69

    ... alla mia immobilità forzata, poteva scegliere di trasformarmi in un oggetto del desiderio oppure in un salume legato di quasi due metri...
    
    Decise di alzarsi e di concedermi il seno, mi concentrai sui capezzoli che rispondevano alle sollecitazioni, le mie narici erano piene di lei; poi si staccò, rimase ferma per qualche secondo fissandomi velenosa: cosa stava tramando? Decise di sfilarmi i pantaloni e gli slip, ultima barriera tra lei e il mio fallo venerabile.
    
    -Ecco, fallocrate: ecco il totem di carne che si erge al tuo cospetto, divenuto roccia per saziare ogni tua voglia; omaggialo della tua bocca, veneralo con tutta te stessa.-
    
    Ma i miei pensieri sbruffoni furono annichiliti dal prosieguo: Elena si inginocchiò ma la genuflessione non aveva nessun segno di riverenza: accese una sigaretta e con l'altra mano strinse la base del mio cazzo, aspirò qualche boccata proiettando il fumo sulle mie carni; con l'aiuto del portacenere ricavò dalla sigaretta una punta aguzza e rovente, lentamente diresse la piccola macchina di tortura verso la sommità del mio cazzo, si fermò a qualche centimetro dal frenulo. Freddo terrore mi scorreva lungo le tempie, il gioco era mutato in una congiura sadica ordita contro la parte più sensibile di ogni uomo; dietro la schiena tentavo di sciogliere i nodi, tuttavia sembravo un escapologo impaurito e smemorato. Tutto il glande percepiva quel nefasto calore.
    
    «Dovrei punirti, martoriare questo pezzo di carne di cui sei così fiero; ma perché ...
    ... torturare il tuo unico pregio?!»
    
    Elena ripose la sigaretta nel posacenere, spalancò la bocca, inghiottì il vertice del mio (ancora spaventato) cazzo avvinghiandosi con quelle labbra eccezionali, le mani (5) salivano e scendevano lente, inesorabili, la lingua si dedicava a punti nascosti con una foga inesauribile; tanta solerzia aveva cancellato il panico precedente: mi godevo il maestoso soliloquio di Elena tentando di trovare una crepa tra i nodi e finalmente riuscii ad allentarli.
    
    Elena afferrò improvvisamente la sigaretta: un altro giro di terrore? Stavolta non sarebbe accaduto; notò la totale assenza di panico nella mia espressione, rimase stizzita.
    
    Mi alzai di scatto: la immobilizzai e la gettai sul letto, era giunto il momento di legare anche lei. Mi presi una piccola e innocente vendetta tenendola legata solo il tempo di fumare la sigaretta torturatrice, la liberai: ne avevo abbastanza delle corde. Iniziai a denudarla, lasciai solo i tacchi, le porsi del vino. Elena si voltó, in quella posizione prona potevo ammirare il suo grande culo rotondo, la assaggiai, lei, invogliata dalla mia lingua scalmanata, si stimolava il clitoride con piccoli movimenti ondulatori della dita; più la leccavo e più i suoi umori si spargevano sulla mia faccia. Volle ancora gratificarmi con la bocca...
    
    Voglio parlare un po' con Lui...»
    
    ...E nuovamente ero nel più dolce degli assedi.
    
    Il desiderio di penetrarla era fortissimo, eravamo saldati, la tenevo per il culo mentre si ...