Una recalcitrante puledrina pugliese
Data: 22/11/2017,
Categorie:
Etero
Autore: estroverso18, Fonte: EroticiRacconti
Io e Camilla desideravamo incontrarci il prima possibile, ma bisognava pazientare, in quanto lei aveva programmato da tempo un viaggio con i suoi genitori, e non intendeva rinunciarvi. Potete immaginare il tenore di telefonate ed SMS: “Vorrei averti qui accanto a me per baciarti”, “Non vedo l’ora che arrivi il prossimo weekend”, e via di questo passo. Pensare che avevamo atteso l’ultimo giorno per dichiararci… Insicurezza? Dubbi causati dalla distanza? Lo ignoro, ma alla fine l’avevo conquistata. Venne finalmente il giorno della partenza: ero strafelice di rivederla e di poterla riabbracciare. L’avrei riconosciuta fra mille: indossava un leggero vestito variopinto, che le donava moltissimo, unito a una collana di conchiglie particolarmente graziosa. “Señorita, buongiorno!!!!”. “Buongiorno, mio bel Michele!!!”. La tenni stretta per diversi istanti, mentre le nostre labbra ripresero immediatamente il discorso iniziato un paio di settimane prima sul suolo inglese. Ben presto ci trovammo in un parco: erano le cinque di pomeriggio e il sole batteva forte, senza un alito di vento. In realtà noi non eravamo interessati al clima meteorologico, bensì a quello dei nostri corpi. Ci sdraiammo sotto un albero e cominciammo ad accarezzarci. Le presi il viso. “Mi sei mancata da morire, Camilla”. “Anche tu, Michele, tantissimo. C’è una cosa che vorrei dirti: a volte mi sono toccata pensando a te…”. Il mio ego era in trionfo ed esultava come un calciatore dopo un goal. “Anch’io, Camilla, ...
... mi sono masturbato immaginando te e il tuo corpo. E se proprio vuoi conoscere la verità, l’ho fatto anche durante quella gita a Londra a cui non hai partecipato…”. Ci baciammo. Fu un bacio dolce, sensuale e soprattutto prolungato: ci volevamo ed eravamo lì, avvinghiati l’uno all’altra, senza alcuna intenzione di staccarci. Di lei apprezzavo tutto: il nasino alla francese, i lunghi capelli ricci, le labbra incredibilmente carnose, su cui lampeggiava una scritta visibile solo a me: baciami, baciami! Inoltre quel giorno Camilla aveva messo lo smalto nero sulle unghie, che ha da sempre provocato in me un’eccitazione fuori dal comune, quasi animalesca. Se non fossimo stati in un luogo pubblico, per quanto deserto, mi sarei spinto ben oltre: percepivo distintamente l’urgenza di vederla nuda. Ci limitammo a scambiarci “semplici” baci, senza però mai varcare i confini del lecito: alcune persone avevano fatto la loro comparsa, e non era il caso di dare spettacolo. Perdemmo la cognizione del tempo e ci rialzammo dopo un paio d’ore, nelle quali ci eravamo anche scambiati romanticherie assortite. Troppo miele? Forse. Camilla mi condusse con sé, mostrandomi il panorama di Bari al tramonto. Passeggiando mano nella mano, arrivammo al mio albergo. Spirava una leggera brezza marina. “Vuoi salire, Camilla?”. Si fece più vicina. “Non ancora, Michele. Per farlo, devo sentirmi totalmente a posto. Però sappi che ho trascorso una giornata meravigliosa, e di questo voglio ringraziarti”. Accanto ...