1. Le disavventure giovanili di Gena. (1)


    Data: 11/05/2020, Categorie: Prime Esperienze Autore: Tibet

    ... rischi. I primi compagni che trovano sono due frati, dei benedettini, anzi per la precisione dell'ordine dei Cistercensi, uno anziano e uno giovane, camminano sgranando il loro rosario fatto di una cordicella annodata e biascicando preghiere, vengono da Chiaravalle nel milanese e sono diretti alla Abbazia di Aulps in Alta Savoia e poi un tarchiato carrettiere, volgare e sboccato che va a prendere dei carriaggi. Da subito il carrettiere si avvicina a Gena e inizia a tormentarla, le racconta delle sue avventure sessuali con particolari sempre più scurrili, delle mogli di contadini che conosce e che scopa e di quanto sono calde e di come sono una scopata sicura durante i suoi viaggi e ancora delle puttane delle varie locande, le dice della sua potenza sessuale, di quanto è grosso il suo cazzo... e quanto dura nell'atto, nonostante la volgarità dell'individuo, grossolano e gretto, Gena si ritrova eccitata, si sente bagnare e gonfiare poi... cosciente del fatto, cerca di evitarlo, si avvicina ai due religiosi mentre il carrettiere lo prende pesantemente in giro, lo chiama sbarbatello, verginello, mezza donnetta. Appena il sole cala cercano un rifugio per la notte, questa volta trovano sul loro cammino un ospizio, c'è un locale comune dove pernottare, della paglia che servirà loro da giaciglio. Viene servito loro una ciotola di zuppa calda con dei pezzi di verdura e poco altro, non manca un tocco di pane e una misura di vino aspro addolcito appena con miele, poi il magro pasto ...
    ... viene rafforzato con qualche cibaria che ognuno ha con se, del formaggio o della carne di maiale salata o della frutta secca. C'è naturalmente una parte destinata alle donne, un angolo a parte ma è deserto, non sono molte quelle che viaggiano in questo periodo. Non ci si lava molto in quei tempi, l'igiene è relativa e per i bisogni corporali c''è un secchio di legno in un angolo, oppure un cacatoio all'esterno, ma di notte vengono chiuse le porte. Gli uomini si avvicinano, si calano i calzoni, prendono in mano il loro pene e ci pisciano dentro, se il bisogno è di defecare ci siedono sopra, a Gena urge ma non può fare come loro, per poter liberare la sua vescica si deve almeno abbassare i calzoni, piegarsi... e aprire le gambe. Finge... e si siede sul secchio sperando che non notino la sua natura di femmina, sente lo sguardo del carrettiere su di se, lo sente pesante quello sguardo... insistente. Poi nella penombra si coricano, la notte è buia e lunga e inizia con il primo calare delle tenebre e dura fino alle prime luci, si stendono sulla paglia, Gena vicino al padre Bernardo che cade subito in un torpore dovuto alla stanchezza e alle due misure di vino che ha bevuto, il carrettiere si stende dalla sua parte, dall'altra parte del padre i due religiosi, Gena non ha scelta, avrebbe preferito avere i due religiosi accanto. Sente il russare degli uomini, si assopisce, poi qualcosa la fa svegliare di soprassalto, è il corpo del carrettiere appoggiato pesantemente al suo, il suo fiato ...