L'ultimo desiderio
Data: 12/05/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Archi_mede26, Fonte: Annunci69
... bassa e piatta su cui ti sedevi sempre. Mi ricordò.
Ecco svolta qui.
Parcheggio, la faccio scendere dall’auto e ci avviamo. Non c’è praticamente nessuno in giro. Inizio agosto, nuvoloso ma estremamente afoso.
Eccoci qua, come ai vecchi tempi. Mi siedo sulla pietra, tiro fuori la canna e l’accendo.
Restiamo in silenzio pensando ai tempi andati.
Si avvicina, mi ruba la canna dalle mani ed inizia a fumarla.
Ora chiudi gli occhi, mi dice. A dir la verità non so nemmeno perché le do retta.
Sento soffiarmi il fumo in faccia.
Puoi riaprirli. Mentre li riapro mi arriva in faccia un fazzoletto. Non è un fazzoletto cazzo, è il suo intimo.
Alzo lo sguardo e la vedo seduta sulla panchina con le gambe aperte.
Vedevo le autoreggenti ed al suo apice scorgevo un po’ di peluria e la sua figa.
Si alza in piedi e viene verso di me. Non sto capendo più nulla, sono totalmente confuso.
Ti voglio scopare. E’ uno sfizio che voglio togliermi. Non mi hai mai fatto la corte, non ci hai mai provato.
Mentre mi diceva questo la sua mano si era poggiata sui miei pantaloni ed apriva i bottoni.
Con una mossa esperta tira fuori il cazzo dai miei boxer, utilizzo sempre un modello con un’apertura sul davanti data dalla sovrapposizione di due lembi di stoffa.
Allarga le gambe, si siede sopra di me e si infila il cazzo dentro.
E’ rovente. Fradicia.
Non mi bacia, mi guarda solo negli occhi mentre ...
... con le gambe si muove avanti ed indietro con un ritmo prima lento poi sempre più veloce.
Io vedo sparire ad intermittenza il mio cazzo in mezzo alle sue labbra ed al suo pelo biondo.
Ansima.
Con le mani si aggrappa al mio collo arcuando all’indietro la schiena mentre con le cosce aderisce sempre di più al mio bacino.
Ahhhh sì, sì. Godo. Sìììì Ahhhhhh un lungo gemito prolungato esce dalla sua bocca.
Il ritmo si fa più lento, la presa più forte.
Si ferma.
Mi guarda negli occhi e mi ringrazia.
Si alza lentamente. Ho i sensi a mille, sento il cazzo che si sfila delicatamente da quel buco così caldo e bagnato.
E’ lucido ma ancora durissimo.
Lei prende l’intimo, se lo rimette.
Andiamo dai o li facciamo aspettare troppo.
La guardo. Stranito. Ma mi lasci così ? Le chiedo.
Non mi sente, continua a camminare.
Mi infilo a stento il cazzo nelle mutande, ho un male alle palle devastante.
Appena arrivati in macchina mi guarda e mi fa: quando ti sposerai tu saprò come sdebitarmi. Mi sorride.
Mi scappa da ridere anche a me. Sei una stronza le dico.
Non dovevamo fare a Davide questo. Deve rimanere tra noi.
Davide lo sa. Sa cosa volevo fare.
Ognuno dei due poteva realizzare un desiderio, io ho scelto di assaggiare il tuo cazzo.
Lui me lo svelerà stasera ma ho qualche idea.
Ci avviamo verso il comune. Sono irrequieto.
Ma stavolta non gliela faccio passare liscia.
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