La confessione di giulia
Data: 12/05/2020,
Categorie:
Trans
Autore: SexCulture
Ciao a tutti, sorelline e maschioni. Ecco un nuovo racconto della vostra Giulia Trav.
Spero vi piaccia. Buona lettura!
Ho avuto il mio primo rapporto in giovane età
È stato quello il primissimo contatto con il piacevole universo del sesso. Ero infatti vergine in tutti i sensi e praticamente ignara di tutto.
Avvenne in una bellissima giornata del mese di giugno di molti anni fa. Abitavo allora in periferia di Firenze in una zona che non era ancora città ma non era ormai più campagna.
Di solito frequentavo le ragazze ed i ragazzi del quartiere che avevano la mia età. Preferivo, è vero senza sapere perché, giocare con le femminucce ma per non perdere la faccia giocavo anche con i maschietti. Anzi per farmi valere di più giocavo con i ragazzi che avevano alcuni anni più di me.
Matteo era uno di loro, un ragazzo simpatico e furbetto con il quale m’intendevo bene e che mi difendeva nei giochi e in altre situazioni.
Io non avevo mai pensato ad altro se non ad una semplice amicizia e neanche lui.
Sta di fatto che eravamo comunque legatissimi e nessuno degli altri trovava strano che decidessimo di andarcene talvolta per i fatti nostri.
All’epoca ero piuttosto alto per la mia età, lui però era già molto più grande di me, già maschio,, giocherellone e avvezzo ai piaceri sessuali.
Era di pomeriggio, verso le 15.00, stavamo percorrendo insieme un sentiero quando lui mi propose un nuovo gioco. Io incuriosito accettai di seguirlo in un campo, in una zona ...
... appartata tra erbe alte e cespugli informi che offrivano una discrezione quasi assoluta.
Ridendo e scherzando Matteo ed io ci sedemmo in mezzo a quella natura ambigua, ne campagna ne città. Egli mi informò sul gioco che compresi poco. Allora lui si sfilò i pantaloni e gli slip ed estrasse il suo pene già barlocco.
Io per la prima volta vedevo un membro così grosso e non al riposo. Fino a quel momento avevo sentito parlare del sesso ma ne avevo di fatto una idea vaga e confusa. Nella mia mentre di ragazzo turbato suonava strano, senza forma ne sostanza.
Matteo mi disse che il gioco consisteva nel “farsi le seghe” ed aveva l’intenzione di insegnarmi come fare.
Così mi invitò a spogliarmi. Io avevo però un fisico poco ortodosso per un maschietto. Ero giovane ma se altri miei coetanei somigliavano a degli uomini in miniatura, non era il caso mio. Avevo già un viso carino di femminuccia, un corpo esile, gambe flessuose, un culo da ragazzetta con natiche protuberanti ma soprattutto un cazzino atrofico che aveva, all’evidenza, difficoltà estreme a prestarsi a quel tipo di gioco.
Matteo mi guardò dapprima un poco stupito e smarrito. Era stato sinceramente convinto fino a quel momento di potermi insegnare a giocare a farmi le seghe ma adesso lo era visibilmente meno. Comunque ci provammo.
Per un poco, dietro suoi consigli, cercai di fare drizzare quella mia virgola che tenevo tra le dita ma di erezione non se ne vedeva o quasi. A dire il vero l’ambiente appartato, la ...