1. Improvvisamente sua


    Data: 13/05/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Etero Autore: Tempesta Perfetta

    Il mio cuore batte talmente forte che quasi lo sento esplodere nel petto, mentre percorro a passo spedito il parcheggio del ristorante, quasi completamente immerso nel buio, se non fosse per qualche lampione la cui luce fioca illumina i contorni delle aiuole fiorite.Vedo lui comodamente seduto in auto, voltato nella mia direzione. Lo raggiungo, mi guardo intorno furtiva, entro e richiudo rapidamente lo sportello.Ora ci siamo solo io e lui. Non conosco il suo nome. Non so chi sia. Ho, a stento, avuto modo di udire il suono della sua voce, eppure mi sento come se fossi sua. Come se lo fossi sempre stata, anche prima di stasera, anche quando non sapevo della sua esistenza.Solo un paio d�ore fa entravo in quel locale ignara della piega che avrebbe preso la mia vita. Mi aspettava una tranquilla cena in famiglia. Io, il mio fidanzato e i nostri genitori, fratelli e sorelle.La telefonata della mia migliore amica mi colse nella pausa tra gli antipasti e il primo, costringendomi ad alzarmi e congedarmi per qualche minuto dagli altri commensali. A testa bassa per non inciampare in borse e sedie mi diressi verso l�uscita, dove la ricezione sarebbe stata migliore e la musica non avrebbe disturbato la conversazione.Fu proprio sulla soglia che lo incontrai. O, per meglio dire, mi scontrai con lui. Gli andai letteralmente addosso mentre apriva la porta del ristorante. Era molto più alto e pesante di me, la mia testa batté con decisione contro il suo torace, ma lui non ne risentì affatto. ...
    ... Io, invece, venni spinta appena all�indietro. D�istinto, mi afferrò dalle spalle per non farmi cadere. Alzai gli occhi, perdendomi subito nei suoi. E nel suo sorriso, cordiale e diabolico al tempo stesso.�Dovresti fare più attenzione� mi disse mentre le sue mani grandi e forti mi tenevano le spalle.Arrossii violentemente. �Mi scusi� balbettai, senza far nulla per sottrarmi alla sua presa. Quando mi lasciò, avrei voluto non lo facesse. Rimasi impalata a guardarlo mentre prendeva posto al tavolo accanto al nostro. Solo quando si sedette e mi lanciò un�occhiata, mi sforzai di distogliere l�attenzione da lui e, rossa come un peperone, quasi corsi fuori premendo il tasto verde sul telefono che ancora non smetteva di squillare. Quei pochi secondi mi sembrarono durare un�eternità. Misi in fretta fine alla telefonata e tornai dentro, ansiosa di rivederlo. Era seduto da solo, proprio di fronte a me.Il resto della cena fu un tormento. Sentivo i suoi occhi su di me. Ero imbarazzata. Eppure non riuscivo a fare a meno di cercarlo con lo sguardo. Quasi mi innervosivano le sue distrazioni. Le volte in cui i suoi occhi si posavano sullo schermo del cellulare, o sulla tv appesa al muro, o su quella smorfiosetta di cameriera che civettava con lui ad ogni occasione. Volevo le sue attenzioni solo per me. Come le mie erano solo per lui. Di tanto in tanto i nostri occhi si incrociavano, e allora sentivo un�ondata di calore investirmi il basso ventre e risalire fino ad incendiarmi il cervello. Un ...
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