1. Silea


    Data: 16/05/2020, Categorie: Etero Dominazione / BDSM Sensazioni Autore: Mordo

    Ero arrivato da lei dopo un lungo viaggio in macchina. Avevo una voglia matta di vederla, accarezzarla, baciarla e morderla. Mi fermai sotto al suo portone e la chiamai al telefono.Come sempre non rispose subito. Mi mandava in bestia questa cosa�usava il telefonino come se fosse un fermacarte, ma il bello è che le avevo chiesto di dirmi il nome sul campanello ma lei no �quando sei li chiama che ti apro�. Non stava iniziando proprio come me l�ero immaginata.Rirprovai e riprovai a chiamarla, ma evidentemente aveva il silenzioso, quindi mi misi seduto sul gradino dell�ingresso della palazzina e mi misi a leggere. Ogni 5 minuti riprovavo a chiamarla senza successo. Mi diedi un limite, se entro 20 minuti non mi avrebbe risposto, avrei preso la macchina e sarei tornato a casa. La rabbia cresceva dentro di me e non potevo farci niente, cercavo di leggere ma non riuscivo a concentrarmi. Passati altri minuti, arrivò una signora che doveva entrare nell�edificio. Ne approfittai e entrai anch�io, per fortuna il piano lo conoscevo. Suonai alla porta sperando che fosse quella giusta e mi aprì il fratello della sua coinquilina, che evidentemente non mi riconosceva. Le dissi che ero li per lei e mi fece entrare. Salutai velocemente le coinquiline cercando di far calare la rabbia e entrai in camera sua.Lei era li, davanti al computer e al mio ingresso sorrise accogliendomi con un �ma ciao!!�, non aveva idea che avevo aspettato per più di mezzora sotto casa sua. Mi tolsi il giubotto e mi ...
    ... sedetti sul lato del letto. Lei si mise di fianco a me, un po� stupita e forse domandandosi del perchè mi comportassi in modo così freddo.ero arrabbiato, ma era un incanto. Indossava un vestito a pezzo unico nero, scollato sul davanti che terminava con una gonnellina che le arrivava appena sopra le ginocchia. Dalla scollatura si vedeva che non portava il reggiseno. In effetti con la sua seconda, si poteva permettere di non portarlo...le sue tette non erano grosse, ma erano perfette. Erano modellate sulla mia mano. Perfette da accarezzare.Emanava un leggero odore di sudore visto che eravamo in piena estate e che nel suo appartamento faceva abbastanza caldo, ma invece di darmi fastidio quell�odore mi eccitava ancor di più. Nella mente avevo l�immagine di me che le sollevavo la gonna e la possedevo da dietro, nella vagina per poi passare al culo..come piaceva a lei.Ma no, volevo che capisse che non era corretto il modo in cui si era comportata e mi ostinavo a restare arrabbiato.Eravamo seduti così, sul bordo del letto a poca distanza l�uno dall�altra, ma senza toccarci. Il mio sguardo si spostava dal suo corpo a dei punti imprecisati della stanza, sapevo che se non fossi rimasto concentrato non sarei riuscito a non saltarle addosso.Poi la guardai negli occhi. Il suo sguardo mi penetrò fino in fondo all�anima, come faceva sempre. In un attimo i nostri desideri sembrarono mischiarsi e ognuno divenne consapevole di cosa voleva l�altro. Ma ormai il cosa volevamo era diventato una cosa ...
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