Uno strano viaggio in autobus
Data: 25/11/2017,
Categorie:
Gay / Bisex
Autore: orsonaked, Fonte: Annunci69
... visto in vita mia! Era meraviglioso, adagiato sulla sua coscia, una cappella larga e rosea, terminava quel palo incredibile e dopo alcuni secondi mise un suo dito sotto il mio mento e chiuse la mia bocca rimasta aperta per lo stupore: "Due mosche e una zanzara sono atterrate sulla tua lingua, direi che l'aeroporto è al completo" disse sciogliendosi in una risata contagiosa. Nuovamente rosso in volto risi a mia volta scusandomi, confessandogli che non avevo mai visto prima un cazzo cosi grosso: "Puoi toccarlo se vuoi, fai pure è a tua disposizione". Non me lo feci ripetere e allungai la mano appoggiandola su quella meraviglia: ebbe un guizzo e lo afferrai con decisione e rispetto; era caldo e liscio, percorsi tutta la sua lunghezza fino ad arrivare alla cappella, bella larga con i bordi molto pronunciati, carnosi. Mi guardai intorno eravamo gli unici due, dalla metà a fine autobus, così mi chinai arrivando con il viso a pochi centimetri dal bestione.
"Cazzo, questo sì che mi piace" disse sospirando e chiudendo gli occhi; cominciai a baciarlo piano, appoggiando le mie labbra carnose e umide su ogni centimetro, privilegiando la cappella, dove con la punta della lingua disegnavo piccoli ricami, indugiando in punti come l'attaccatura del filetto o il buchino. Aveva un leggerissimo profumo, misto tra bagnoschiuma e maschio, inebriante, invitante.
Mi rialzai un attimo ad ammirarlo… strabuzzando gli occhi ammirai un cazzo davvero imponente; appoggiai la mano sotto la ...
... cappella, grossa al punto di occuparla oltre la metà, e sollevandolo un poco rimasi in adorazione: "Dio mio...è favoloso" bisbigliai "Tu lo sei, con quella bocca" rispose pregandomi di continuare. Appoggiate le labbra sulla cappella diventata ormai enorme, cominciai a schiuderle leggermente facendo cominciate l'ingresso a quel bestione: "Cazzo è come entrare in una fichetta strettissima" ansimava piano appoggiando la mano sulla mia testa accarezzandola. Muovevo lentamente e ritmicamente la mia testa ingoiando sempre più cazzo, insalivandolo bene, assaporandone il precum; passavo poi alle palle, con non poca fatica, morbide, profumate, ricoperte da una leggera peluria, ricrescita di una precedente rasatura; soffici ma sode non riuscivo a contenerle in una mano sola.
"Buffaloraaaa" disse l'autista ad alta voce e due persone si prepararono a scendere. Sfilai dalla mia bocca quel palo ormai gigantesco e con fare nervoso, Alberto nascose il tutto sotto il cappotto, dove allungai la mia mano cominciando a menarglielo piano per non fargli perdere la durezza. Alla fermata ne sali uno solo e si sedette due file prima di noi; attesi qualche minuto mentre continuavo a menare piano il cazzone rimasto durissimo e poi scostai piano ammirando la meraviglia.
"Che fai sei pazzo? Ci vedono dai lascia stare" disse nervosamente ma io mi chinai ingoiando la cappella e Alberto chiudendo gli occhi emise un sospiro marcato dimenticando di stare sull'autobus. Le mie labbra avvolgevano a ventosa ...