Il pugile - parte 3
Data: 04/06/2020,
Categorie:
Tradimenti
Autore: Alice79., Fonte: EroticiRacconti
“Vieni” mi ordinò di seguirlo, facendomi alzare. Io sentivo nella mia bocca il sapore del suo sperma e, allo stesso tempo, sentivo di avere le mutandine completamente bagnate. Mi baciò di nuovo in bocca, questa volta mentre mi baciava si spogliò della camicia e allo stesso tempo mi liberò della canottiera, dove, fra l’altro, dovevano essere anche finiti degli schizzi del suo seme. Appena mi sedetti, sentii di nuovo la sua bocca su di me. Le sue labbra giocavano coi miei capezzoli, ormai durissimi. Le sue mani grandi stavano facendo di tutto per liberarmi dai miei pantaloni e dagli slip ormai fradici e io sollevando i fianchi cercavo di rendergli più facile il lavoro. Libero da ogni impedimento, la sua bocca scivolò sulla mia pella facendomi provare ogni tipo di brivido, fino a spalancarmi di forza le cosce. Sentii la sua lingua sul mio clitoride, le sue labbra succhiarmi come fossi un’arancia succosa, le sue mani stringersi forti ad afferrare le mie tette. Io ormai ero fuori di me, in un’estasi senza fine che mi portò in brevissimo tempo a provare un orgasmo fortissimo. Gemei fortissimo e d’istinto mi venne da chiudere le gambe. Allora Kevin di forza me le spalancò di nuovo e salì su di me. Sentii la sua cappella e il suo cazzo di nuovo durissimo appoggiarsi su di me. Ora Kevin mi sovrastava: con un braccio mi teneva la mano dietro la mia testa, con l’altra stava dirigendo il suo cazzo dentro di me. Ero così bagnata che scivolò dentro di me in un attimo: lo sentii aprirmi ...
... con un calore enorme. “Allora mae’, ti piace il mio cazzo?”; non potei far altro che annuire mordendomi le labbra. Lo sentivo caldo e nudo dentro di me: una follia, una follia totale a cui però non volevo né potevo più sottrarmi. “Sei mia, lo senti che sei mia?” mi dice mentre mi scopa con forza, spingendolo dentro con violenza come a reclamare la proprietà della mia fica. Io lo sento come forse non ho mai sentito un cazzo in vita mia: a ogni colpo mi scuote tutta e mi fa provare un brivido che mi percorre tutta. Allo stesso tempo sono lì a cercare di facilitargli il lavoro, inarcandomi e allargando le cosce, come se ce ne fosse bisogno. Sento il suo sudore colarmi addosso: non mi sta scopando, sta combattendo un incontro, dove io sono sia il suo avversario che il suo trofeo. I suoi colpi sono sempre più profondi e sempre accompagnati da grugniti ancora più forti. In un lampo di lucidità ho paura che mi venga dentro, lui forse se ne accorge guardandomi dentro gli occhi e ricordandosi che non siamo protetti. Non so se per incoscienza o cos’altro nemmeno questo lo distoglie dallo scoparmi come una cagna. Né io cerco di sottrarmi a lui, nonostante la paura. A rompere l’incanto invece arriva il suono del telefono: è il mio cellulare e dalla suoneria riconosco che è mio marito. “Che dici? E’ il maritino che ti cerca eh? Vuoi rispondere?”. Io non ebbi nemmeno il dubbio, ma per un’istante temetti che fosse lui a ordinarmi di farlo. Per fortuna non lo fece, invece mi rigirò a pancia in ...