1. Il giorno di riposo dell’ infermiera marta


    Data: 25/11/2017, Categorie: Lesbo Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69

    Dell’infermiera matura e in carne, sapevo solo il nome e il cognome: Marta … , perché ogni volta che citofonavo a casa mia, lo leggevo sul pulsante soprastante. C’eravamo incontrate qualche volta in ascensore e sul pianerottolo; mi era sembrata una persona austera, non portata alla confidenza, perciò, scambiando le abituali e banali frasi fra vicine, avevo usato il lei.
    
    Mi chiamo Adelaida e al momento che avvenne ciò che sto per narrare, avevo poco più di sedici anni e vivevo, nella casa che sarebbe diventata mia di lì a due anni. Uno zio, il mio tutore, che navigava, mi aveva affidata alla sua compagna Reina , una simpatica cubana di poco più di trent’anni.
    
    Successe che per un’indigestione, sono vorace in tutto: cibo, studio, sport, autoerotismo, dovessi rimanere a letto e allora Reina, paramedico nello stesso ospedale, aveva pregato la collega di controllarmi. L’infermiera, che sarebbe smontata dal turno di notte, sapendo d’avere il sonno pesante, con praticità aveva proposto di dormire insieme a me. Non la presi troppo bene, come ho detto, Marta non mi sembrava propensa alla confidenza e condividerci addirittura il letto, era troppo; tuttavia non mi rifiutai anche perché ho sempre avuto un po’ di paura a dormire sola in casa; così mi trasferii nel letto matrimoniale.
    
    Sentii la chiave nella toppa, erano le sei e trenta quando Marta arrivò, si tolse lo spolverino da sopra la divisa da infermiera e mi disse:«Io dormo nuda, fallo pure tu.» Mi tolsi i calzoni corti ...
    ... del pigiama, nascosta dalle lenzuola, lei prese dal comodino il termometro col quale Reina mi aveva misurato la febbre e senza tanti preamboli, anziché mettermelo sotto l’ascella, mi scoprì, mi fece mettere a pancia in giù, con due dita mi divaricò le natiche e me lo incastrò nell’ano. Poi iniziò a spogliarsi intanto che diceva:«La doccia la faccio quando mi sveglio, sono troppo stanca: é stata una nottata di merda!» Il fatto che mi avesse visto già le parte intime e che usasse quel linguaggio fecero sparire la mia diffidenza. La vidi nuda, era sovrappeso, ma ben proporzionata, senza tracce di cellulite. S’infilò sotto il lenzuolo, mi tolse il termometro, constatò i 37,5 gradi della mia temperatura, sorrise e fece una cosa che mi mandò fuori giri: si mise in bocca la parte del termometro che era stata ospite del mio culo e si leccò le labbra guardandomi intensamente. Allora seppi che aveva capito tutto della mia sessualità vorace.
    
    Mi aiutò a togliermi la parte superiore del pigiama, si allungò sul fianco sinistro, piegò le gambe all’altezza del bacino e mi fece sedere sul morbido sedile che si era venuto a creare; sentivo i suoi seni tiepidi contro la schiena, le mie natiche uniformate alle sue cosce e la carezza dei suoi peli morbidi contro il coccige: ero cotta al punto giusto e lei che era la cuoca esperta, allargò le gambe, mise la mia destra sopra la sua e un suo dito, partendo dall’ano risalì verso l’alto, conquistò la mia vagina, s’introdusse fra le labbra, l’allungò ...
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