Il giorno di riposo dell’ infermiera marta
Data: 25/11/2017,
Categorie:
Lesbo
Autore: Mirosa, Fonte: Annunci69
... fino alla barriere dell’imene ancora intatto e mi sussurrò un “brava”, facendomi sentire il suo alito caldo nell’orecchio. Poi iniziò a prodigarmi un ditalino esperto, inebriante, che non escludeva nessuna parte dei centimetri compresi fra il buchino e il clitoride. Mi accarezzava lentamente per darmi modo d’assaporare ogni contatto, ogni sfregamento, intanto che mi leccava il padiglione auricolare e mi diceva:«L’ho capito fin dalla prima volta che ti ho visto che sei una troietta ingorda di sesso, adesso godi, poi io dormo e tu puoi farmi tutto quello che vuoi e quando mi sveglio, ti farò provare cose che nemmeno immagini che esistono.
Sentivo l’orgasmo che s’approssimava, il primo che non mi stavo procurando con le mie mani, allora volsi il viso verso di lei che mi fagocitò la bocca dentro la sua, intensifico il ritmo del suo dito e mentre le nostre lingue duellavano, le urlai il mio piacere nella gola. Marta si addormentò immediatamente in posizione supina e a me non rimase che sditalinarmi accarezzandole la fica.
Si svegliò guardandomi meravigliata, non mettendo a fuoco il perché si trovasse lì insieme a me; si stropicciò gli occhi, mi sorrise, poi si tolse il cuscino da sotto, facendomi mettere con le ginocchia ai lati della sua testa, così mi trovai con i palmi delle mani contro il muro sopra la spalliera del letto e la fica che le aderiva alla bocca. La sua lingua diventò un serpentello che s’intrufolava nel mio organo più intimo, lo esplorava, mi forzava ...
... l’imene quasi volesse sverginarmi in quel modo, si soffermava irrigidendosi nel meato dell’uretra, forzando fino a che non sentii che alcune gocce della mia pipì le scivolavano sulla lingua e infine s’attaccò al clitoride con la stessa intensità con la quale i poppanti succhiano capezzoli, intanto che con un dito mi forzava l’ano che io dilatai per agevolarle la penetrazione. Mi portò in quel modo molto vicino al godimento estremo, ma non mi fece venire:
«A me non ci pensi troia? Voglio godere anch’io, girati, leccamela e fammi tutto quello che io faccio a te!»
Mi trovai con la bocca e il naso sulla sua vagina: emanava un odore forte, erano ore che non usava il bidet, probabilmente dalla sera, prima d’iniziare il turno di notte; m’accorsi però che mi piaceva e sentendo la sua lingua accarezzarmi l’ano, feci altrettanto con la mia intanto che sentivo il godimento che mi deflagrava nel sesso e allora gliela lappai con l’identica veemenza con la quale tormentava la mia e mentre godevo le chiesi di pisciarmi in bocca. Non lo fece, urlai nell’orgasmo sentendo il suo dito che mi penetrava il culo fino in fondo e sentendola ansimare glielo penetrai anch’io. Rimanemmo nella posizione di sessantanove ancora un pochino, poi mi disarcionò e mi diede da succhiare il dito col quale, mi aveva penetrato e lo stesso feci io:
«Adesso riposati un po’ intanto che mi orizzonto nella vostra cucina e ti preparo qualcosa di leggero.
Uno squassante orgasmo mi destò dal sogno erotico che stavo ...