1. Tra Vecchio e Nuovo - Zia e Nipote - Capitolo VI


    Data: 05/06/2020, Categorie: Incesti Autore: Raccontatore

    La città della calce e del mattone, degli scioperi e delle occupazioni, delle caste da ribaltare, delle passioni da sfogare, silenziosa testimone, era lì a spiarli senza giudicarli, facendo capolino dai vetri della finestra. La luce gialla dei lampioni riempiva la stanza ma non gli occhi di Matteo, perché erano chiusi. Un po’ per nascondere quel che faceva, un po’ per timidezza, un po’ per pudore. La sua lingua era incerta e quindi delicata al punto giusto. Le sue mani cingevano le cosce carnose di Rita, ma senza palparla, senza fare troppa pressione, semplicemente appoggiate come quando si tocca qualcosa di fragile e si ha paura di romperlo. Il suo naso era immerso nella peluria della vagina della donna e da lì inalava tutto quell’odore particolare che sentiva per la prima volta in vita sua. Un odore forte, pungente come i crespi peli che gli circondavano il naso. Il gusto però era diverso, era quasi dolciastro. Il sesso di Rita veniva percorso dalla lingua di Matteo già da qualche minuto. Il ragazzo aveva seguito le istruzioni, leccava piano con delicatezza, concentrandosi sui punti che lei gli premeva di più in viso e dove gli indirizzava la testa con le mani. Rita usava anche i gemiti come briciole lungo un percorso: quando sospirava di più, Matteo capiva che quello era il punto giusto da stuzzicare con la punta della lingua. Per essere la sua prima volta, se la stava cavando bene. Aveva ancora molta strada da fare e autonomia ad guadagnare, ma non era male. Rita aveva ...
    ... l’immagine in mente di un diamante grezzo da dover lavorare per fargli raggiungere il massimo potenziale: quello era Matteo e sua zia ci aveva visto lungo. Il ragazzo alla fine, aveva ceduto il giorno dopo aver lavorato. Mesi e mesi di dura resistenza non erano serviti poi a gran ché, solo a ritardare la perversione. Rita otteneva veramente sempre quel che voleva, Matteo si era rassegnato nel darsi a lei in un misto di eccitazione e preoccupazione per l’incesto che stava per consumarsi. Non ce la faceva più a rifiutare le avance di quella donna, troppo carica di erotismo per un semplice ingenuo ragazzo come lui. L’impresa era al di là della sua portata, titanica sfida posta ad un semplice uomo dalla debole carne. Ma era una terribile maledizione, in fondo? Tra l’essere beati e l’essere dannati non c’era differenza. Beato tra le cosce di Rita, leccava le grandi labbra, succhiava gli umori grondanti da quella vagina così matura da essere un frutto all’apice del gusto, poco prima di perdere la sua consistenza e di frantumarsi in poltiglia informe. Il sapore di sua zia era così dolce e così gustoso che esserne avidi era compito semplice. Rita poi lo stava ammaestrando bene, dirigendo il gioco dall’alto sia della sua posizione, sia della sua esperienza. “Il clitoride, Matté. Più su, più su…” Lo richiamava Rita tra un gemito e l’altro. I suoi amici che avevano avuto le prime esperienze, gliel’avevano spiegata bene l’importanza del clitoride. Tasto segreto del roseo piacere femminile. ...
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