Cintura di castità per lo schiavo
Data: 07/06/2020,
Categorie:
Dominazione / BDSM
Feticismo
Prime Esperienze
Autore: schiavotoni, Fonte: xHamster
... amica. Intanto io mi sentivo morire dalla vergogna. Mi sembrava che tutto il mondo adesso sapesse quello che stavo facendo e di come mi stavo umiliando, volontariamente, di fronte a mia moglie… “Continua a leccare, non ti interrompere, ricordati che solo io ti posso fare fermare…” altra risata, questa volta leggermente più sguaiata ed umiliante… “Si, è bravino… e con il tempo sono sicura che diventerà ancora più bravo… Davvero? Sai non ci avevo pensato… aspetta un attimo” e rivolgendosi a me “Stenditi per terra, adesso e continua a leccare la pianta del mio piede” poi, allungando l’altra gamba, appoggiò il piede destro direttamente sul mio pene, o meglio sulla CB che lo imprigionava, e cominciò una specie di massaggio che mi provocò una fitta tremenda di dolore. Lei rise e riprese a parlare al telefono “E’ vero… sembra che sia stato colpito da una scarica elettrica… è incredibile, ma sta accettando cose che prima non si sarebbe mai sognato di fare. Ed è imprigionato nella gabbietta da nemmeno un’ora… Certo, con le punte…No, non ti preoccupare, non lo farò godere… credo che abbia capito perfettamente che lo aspettano parecchi mesi di astinenza totale… Come dici? Una foto?… Si, mi sembra una buona idea. Dopo ne s**tterò alcune e poi, domani, te le mostrerò…In fondo è soprattutto merito tuo se ora mi ritrovo con un maritino così devoto da farmi anche da zerbino leccapiedi… Ciao, ci vediamo domani”Chiuse la telefonata e si riappoggiò, chiudendo gli occhi, allo schienale del ...
... divano assaporando il piacere che le procurava il mio massaggio. Non una parola sulla telefonata e sul fatto che avesse appena annunciato ad una estranea che suo marito si stava umiliando come il più infimo dei servi. In fondo cosa c’era di strano: tutte le donne hanno un marito che rinuncia alla propria virilità, accettando di non godere più, se non qualche volta e solo con il permesso della moglie, e che si umilia come uno schiavo mentre lei ne parla con un’amica come se fosse la cosa più naturale del mondo. Un’ulteriore fitta dolorosa mi strappò da questi pensieri. Paola continuava ad accarezzarmi con il piede e sentivo che il pene sforzava fortemente sulle barrette laterali della gabbietta. Le punte, poi, mi stavano veramente straziando. Ero sorpreso che il mio pisello non fosse in un lago di sangue. Avrei imparato solo in seguito che le puntine erano arrotondate sulla cima dove erano a contatto con la pelle ed erano costruite proprio per arrecare il massimo del dolore durante un’erezione senza, però, rischiare di lacerare la pelle o di penetrarla, ferendola. Certo, chi l’aveva inventata, sapeva come fare soffrire un uomo. Accidenti se lo sapeva!!!Mi sembrava di leccare quel piede da ore ed, involontariamente, rallentai il ritmo con cui passavo la lingua sulla pianta dell’estremità di mia moglie. “Beh, che succede? Non sarai mica stanco? Sono solo venti minuti che ti stai dedicando al piede sinistro… e poi devi pensare per almeno mezzora all’altro piedino” e, per ricordarmi ...