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Disforie
Data: 15/06/2020, Categorie: Dominazione / BDSM Autore: Maria la O
Era già diverse volte che si incontravano. Quella femmina era un puro oggetto di piacere, raramente gliene erano capitate così. Anzi, mai. Così, senza tabù, si sottoponeva ad ogni suo capriccio con entusiasmo. Poteva montarla a piacimento. Gli bastava dirle “su bella, mostrami il culo" e lei si metteva a quattro zampe e gli offriva il culo, come una cagna in calore. Cominciava prima dalla fica. Affondava il cazzo in quella carne sempre piena di voglia. Avevano stabilito che gli incontri non dovessero avere regole. Tutto era lecito per lui, per lei…beh lei no. Li avevano stabiliti da subito quei ruoli e ci provavano e si davano grande piacere. Le fantasie non mancavano. I limiti da oltrepassare neppure. Qualche mese prima non avrebbero potuto vedersi per un'intera settimana. Il gioco consistette nella proibizione di godere in alcun modo per lei. E nel godere almeno una volta al giorno per lui. Lei avrebbe potuto trasgredire in ogni momento. Ma adorava queste proibizioni e ci si sottoponeva volentieri. Sapeva che poi il piacere sarebbe stato indescrivibile… Ma, solo dopo essersi rivisti seppe del resto del gioco…avrebbe dovuto accarezzarsi la fica davanti a lui. Per tre volte avrebbe dovuto fermarsi in tempo per non godere. Solo alla quarta avrebbe potuto concedersi. Ma non fu brava…no no. La seconda volta non riuscì ad arrestarsi in tempo. L'orgasmo violento sembrava rovesciarle la fica, come una bocca avida nel disperato bisogno di essere colmata, così si protendeva lei. ...
... Invano. Lui se la godeva guardandola. Godere. E sbagliare. Gli errori si pagano. E lei avrebbe avuto cazzo nel culo. Per tutto il resto del pomeriggio. Questo piacere che pare voglia spaccare fino alle reni. Che si può vivere in modi diversi. Subirlo. Accettarlo. Desiderarlo. Una prova di coraggio? Se le inibizioni potessero svanire dal mondo, ohhh quanta gioia! Il nostro lui si godeva quel culo e la chiamava cagna tutte le volte che estraeva tutto il cazzo e poi tornava inesorabile a premere la cappella forzando di nuovo. Convincendola ad aprirsi dopo ogni spinta. Ogni volta un po' di più. Gli toccava fermarsi spesso, quell'anello di carne stretto intorno al cazzo lo stava mettendo a dura prova, così come sentirla godere e godere all'infinito. Ma fu quando la sua cagnetta si afferrò i glutei divaricandoli per offrirgli tutta se stessa che gli scoppiò letteralmente il cazzo diventato forsennato nella monta animale che non finiva più… Oggi la stava aspettando. Si crogiolava nell’attesa fantasticando. Aveva comprato un “giochino". Un paio di manette. Al suo arrivo non la spoglierà neppure. L’abbraccerà da dietro mentre la bacerà sul collo le congiungerà i polsi dietro la schiena e…voilà. Deve sostenerla, la sorpresa e la ricerca di un nuovo equilibrio la fanno barcollare. Le sbottona la camicetta e le scopre i seni. Al tocco delle sue mani i capezzoli eretti forniscono una presa per lui. La porterà così fino alla poltroncina dove lui si siederà. Le chiederà di non piegare le gambe ...