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Ritornato a vivere nella casa della mia infanzia con mamma - Capitolo 3
Data: 16/06/2020, Categorie: Incesti Autore: dottcarlomar
Sono passate le settimane, ormai giugno è iniziato, fatico a trattenermi al lavoro, le immagini di mamma che si lava riempiono la mia testa lasciando poco spazio per tutto il resto, sento dentro come un peso, come se dovessi alleggerirmi di questa situazione confessandola a qualcuno, condividendola, si ma a chi? Durante la settimana, di sera, spesso mi metto in macchina e giro per ore per la città cercando di dare soddisfazione a questa domanda, intanto i giorni passavano e giugno era quasi finito e io sempre con quel peso dentro che faticavo a non far deflagrare, quando una sera così per caso prendo la via che esce dal paese e si inerpica su per la collina, mi ritrovo sullo spiazzo del belvedere, dove si dice che le coppiette si appartano per scambiarsi i partners, da principiante arrivo a fari accesi, ricevendo subito insulti dai primi che veniva illuminati. Capendo dove ero finito feci retromarcia cercando di guadagnare una rapida fuga, girai attorno ad un grosso albero, e puntai verso la strada di uscita, dando fastidio ad un'altra coppietta appartata, ma questa volta con una sorpresa un uomo, che appena illuminato fece per coprirsi il volto col il braccio, subito non capii, ma era senza compagna sicuramente un guardone. Rapidamente ero di nuovo sulla strada per tornare in paese, pronto per andare finalmente a dormire, percorro la rotonda che mi doveva portare dalla collina in paese e come un lampo dentro la mente si accende una luce, io quel guardone lo conosco! È un ...
... mio paziente, è il Sig. Melo, incredulo mi fermo subito dopo la rotonda, ora che faccio pensai, no non può essere lui mi dissi ma per curiosità riaccesi l’auto e velocemente puntai di nuovo al belvedere, prima di entrare nello spiazzo questa volta spensi i fari e ridussi la velocità, andai verso quel grosso albero dove avevo visto quell’uomo poco prima, ma niente li solo coppiette, feci ancora un paio di tentativi girando a casaccio tra gli alberi e le auto, nulla, mi arresi definitivamente. Arrivato all’uscita del belvedere riaccesi i fari dell’auto e ripresi la strada in discesa, andiamo a casa dai mi dissi, non feci neppure 10 metri quando sul bordo della strada vidi camminare un uomo, rallentai, il tipo mi faceva ampi gesti con le braccia di passare ma vedendo che non acceleravo si voltò, a quel punto non avevo più dubbi, era lui, era il Sig. Melo, uno dei miei primi pazienti da quando ho iniziato il mio lavoro di medico in paese, non so perché ma la prima cosa che feci fu quella di prendere il telefoni e passandogli accanto scattargli una foto, poi diedi un colpo di acceleratore e sfilai via nella notte. Tornato a casa mi giravo e rigiravo nel letto, continuavo a pensare a Melo, Carmelo un guardone, chi lo avrebbe mai detto, poi pensai a quello che da qualche mese facevo io e mi ripromisi di non giudicarlo, io ero peggio di lui, ma forse avevo trovato a chi poter rivelare la mia situazione e togliermi finalmente questo peso di dosso, pensai che confessarlo a Carmelo non ...