1. Orgasmo al bar


    Data: 20/06/2020, Categorie: Masturbazione Autore: Phoenix93, Fonte: EroticiRacconti

    Maledetto novembre. E' il mio mese, lo odio e lo amo allo stesso tempo. Mi fa essere ancor più malinconica e incline a folli pensieri. Più del solito. Esco trafelata, per fare le mie commissioni del mattino. Una pioggia fine, incessante, fastidiosa, tormenta i passanti frettolosi. Mi nascondo quasi, avvolta nella mia sciarpa, sotto l’ombrello rosso. Un tocco di colore che di rado mi permetto. Esco ed entro dai vari negozi, cercando di scacciare quel pensiero che mi tormenta da questa notte, che mi ha fatto dormire male e fare sogni senza apparente senso. “Domattina voglio che entri un bar, uno qualsiasi. Voglio che vai al bancone e ordini un caffè o quel che vuoi. Dopo aver consumato entrerai nel bagno e ti masturberai. Fino a venire. Fallo per me”. Le sue parole, nero su bianco che ho letto e riletto con devozione e timore mischiati insieme, sullo schermo del pc. Talmente potenti che sembravano incise nella pietra. Sono del mio “amico di penna”, conosciuto un paio di mesi fa nella solita chat. Lui, che mi capisce senza conoscermi veramente. Che sa toccare i punti giusti, i più reconditi e delicati, senza sfiorarmi fisicamente. Sono io a farlo, ogni volta guidata dalle sue parole, abbandonandomi ai piaceri più intensi. Sento un nodo allo stomaco quando mi ritrovo a passare di fronte al solito bar, quello che di sera frequento con gli amici, tra una birra e una sigaretta di troppo. Al mattino è popolato per lo più da signore con passeggini e anziani a leggere il giornale. ...
    ... Calmo e pieno di facce assonnate, il profumo di caffè e dei cornetti a contrasto con il caos della sera, pieno di ragazzi, alcol e risate tonanti. Rimango incerta, quasi sulla soglia. Non so cosa fare. Faccio un respiro profondo, ed entro. Spero con tutta me stessa che ci sia la stessa barista che c’è di sera, una ragazza su per giù della mia età, con la quale scambio sempre volentieri due chiacchiere. Aspetto al bancone che qualcuno venga a servirmi. Con mio grande dispiacere, ad uscire dal retro, è un signore sulla cinquantina, il proprietario, che ho visto solo un paio di volte. “Prego”, mi dice sorridendo. Titubante, ordino un caffè. Anche se, per il mio stato d’animo, un goccio di superalcolico sarebbe stato meglio. Ci metto quasi cinque minuti a bere tutta la tazzina, pago e, respirando a fondo, finalmente riesco a chiedere le chiavi del bagno. Il barista me le consegna e mi indica la porta sulla sinistra. Conosco perfettamente dove si trova, l’ho usato un sacco di volte. E’ per questo che ho scelto questo bar, il bagno è grande e sempre pulito. C’è un bancone adibito al cambio pannolini, proprio di fronte alla porta. La chiudo a chiave alle mie spalle e appoggio la borsa e le buste in un angolo. Fa freddo e tentenno all’idea di spogliarmi. Tolgo di fretta le scarpe e i jeans. Mi abbasso le mutandine e le appoggio sul lavabo, rimanendo nuda dalla vita in giù. Mi guardo nello specchio, divaricando appena le gambe. La mano scende lentamente, è fredda e mi provoca un brivido. ...
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