Il colore dell'anima
Data: 21/06/2020,
Categorie:
Etero
Dominazione / BDSM
Autoerotismo
Sensazioni
Autore: CordeDiSeta, Fonte: RaccontiMilu
... quando vidi la sua figura riapparire nell�ambiente e riabbassai lo sguardo sui miei quaderni, sentii i suoi occhi addosso e per la prima volta in vita mia mi sentii in difetto, in soggezione.Mi presi il tempo di riempire i polmoni prima di rialzare gli iridi chiari sull�uomo che, notai, stava guardando la mia borsa gettata a terra ed i libri e quaderni sistemati un po� sul tavolo, un po� sulla sedia alla mia sinistra.�Dovresti essere a scuola, immagino.�Arricciai il naso in risposta, probabilmente rendendo ancora più infantile il mio viso dai lineamenti delicati e tondi. A quella mia espressione lui si sciolse in una risata calda e cristallina.�Hai anche piantato qualche moneta?�Mi chiese; ammetto che impiegai qualche secondo a cogliere la sua allusione, nonostante fossi appassionata di cinema e conoscessi a memoria, soprattutto, tutti i film animati che avrebbero dovuto restare relegati all�infanzia, ma ebbi comunque la prontezza di ribattere.�Non ho ancora incontrato né il gatto, né la volpe.�Condii il tutto con un sorrisetto, ma sentii le gote divenir bollenti.Rise. Di nuovo.Faticai a sostenere il suo sguardo; aveva degli occhi scurissimi, quasi neri, non troppo grandi che, dietro le lenti degli occhiali, fissavano i miei, nemesi dei suoi, grandi, chiari e incorniciati da trucco nero impreciso e in parte sciolto.�Alessandro.�Disse porgendomi la mano destra, che strinsi.Aveva delle mani molto grandi e la mia, bianca, morbida e mangiucchiata, quasi spariva nella sua stretta ...
... sicura.�Giulia.�Risposi, trovandomi ancora a sorridere appena, sempre contenuta. Non mi sbilanciavo mai, non perché non volessi o perché facesse parte della sceneggiatura che mi divertiva interpretare, non era da me.Così credevo.�Lei ha finito la scuola, presumo, cosa��Mi interruppe, scuotendo il capo.�Lei�� Sbuffò. �Così mi fai sentire vecchio, Giulia.�Lo sentii pronunciare il mio nome e deglutii l�aria. Mi sentivo nuda. Mi sentivo nuda e non capivo perché.La risata che sciolse entrambi mi diede qualche secondo per tornare coi piedi a terra e annuii.�Scusami, scusami.�Risposi un attimo prima che mi suonasse il cellulare che era poggiato sul tavolo, abbassai un attimo lo sguardo, un sms, mia madre. Notai l�ora, il mio pullman sarebbe passato da lì a minuti.�Merda.�Commentai tornando a cercare quel pozzo nero e profondo che erano i suoi occhi.�Cosa?�Mi domandò.�Ho preso il pullman.�Mentii.�E ora?�Chiese. Presi il cellulare e digitai rapidamente il testo di un messaggio.-Resto a pranzo da una compagna, dobbiamo finire un progetto! Ci vediamo stasera.-�Risolto.�Tirai un�espressione compiaciuta.�Appunto.�Commentai poi, ricevendo un telematico sms di mia madre.-Ok, baci-Agitai il telefono.�Abbiamo iniziato un progetto oggi, sono da un�amica a concluderlo, ora.�Si trovò nuovamente a scuotere il capo un paio di volte.�Beata gioventù!�Commentò.�Le piace sentirsi vecchio, vedo!�Volontariamente tornai a quel tono tutt�altro che confidenziale, nonostante il rigore delle mie parole forse ...